Istat: Città italiane più salubri. I risultati del rapporto sull'ambiente
Più bici e meno auto, migliore la qualità dell'aria e più diffusi gli spazi verdi. Bene, sì, ma permangono delle criticità
Roma, 23 luglio 2014 – Le nostre città stanno diventando, a dispetto delle credenze, più salubri. A parlare sono i dati, quelli contenuti nel rapporto Istat 2013 sulla qualità dell’ambiente urbano.
Sono quattro le aree analizzate dall’Istituto nazionale di statistica che forniscono un’idea della condizione di vivibilità dei centri abitati italiani: tassi di motorizzazione e ricorso a modalità alternative per spostarsi all’interno delle città (la cosiddetta mobilità sostenibile), la qualità dell’aria, l’inquinamento acustico ed infine la percentuale di spazi verdi sulla superficie totale dei nostri comuni. I risultati dimostrano l’avanzare di un trend positivo, anche se emergono alcuni dati negativi sui quali sarebbe opportuno riflettere e intervenire.
Tassi di motorizzazione
Nel 2013, per il secondo anno consecutivo, si riducono i tassi di motorizzazione nei capoluoghi di provincia:
613,2 autovetture e 132,7 motocicli ogni mille abitanti (rispettivamente -0,9 e -0,6% rispetto al 2012).
Continuano a crescere le quote di autovetture euro 4 o superiori e motocicli euro 3 (i veicoli meno inquinanti) che rappresentano rispettivamente il 53 e il 37,8% del parco circolante nei capoluoghi. Parallelamente continuano a crescere le quote di autovetture euro 4 o superiori e motocicli euro 3 (i veicoli meno inquinanti) che rappresentano rispettivamente il 53 e il 37,8% del parco circolante nei capoluoghi.
Si diffondono le iniziative a favore della mobilità sostenibile, anche grazie alla risposta positiva della popolazione: cresce l'offerta di car sharing, presente in 23 città (soprattutto al Nord) e quella di bike sharing, attivato in 66 città. Migliorano anche le infrastrutture dedicate alle due ruote a pedale: dei 116 capoluoghi, 36 dispongono di almeno 34 km di piste ciclabili. Numerosi comuni capoluogo hanno inoltre investito in tecnologie che semplificassero la vita ai propri cittadini: sono 68 – e fortemente concentrati al Centro-Nord- quelli in cui sono attivi sistemi di infomobilità, tecnologie dell'informazione al servizio della mobilità urbana.
Bene ma…
Cala fortemente la domanda di trasporto pubblico locale, che scende da 201,1 a 188,6 passeggeri annui per abitante. . Il calo dei passeggeri è stato molto più forte nei capoluoghi del Mezzogiorno (-11,1%) che in quelli del Nord (-5,3%) e del Centro (-1,4%), e molto più tra i grandi comuni (-5,1%) che tra gli altri capoluoghi, dove si registra, rispetto al 2012, soltanto una leggera flessione (-0,6%)
Nel Mezzogiorno solo il 42% delle auto è in classe euro 4 o superiore.
Qualità dell’aria
Si conferma il trend di miglioramento della qualità dell'aria per le polveri sottili: rispetto al 2012 diminuisce da 52 a 44 il numero di capoluoghi dove il valore limite per la protezione della salute umana previsto per il PM10 viene superato per più di 35 giorni. Miglioramenti si riscontrano soprattutto al Centro, dove passano da 9 a 6 i capoluoghi più inquinati.
Sono 7 le grandi città (Genova, Trieste, Bari, Taranto, Palermo, Catania e Cagliari) dove non si verificano superamenti per un numero di giorni superiore alla soglia fissata a tutela della salute umana, ma in quasi tutti i grandi centri, ad eccezione di Torino, Napoli e Genova, il numero di superamenti è diminuito rispetto al 2012.
Bene ma…
Nel 2013 i primi dieci comuni per numero di giorni di superamento del PM10 sono in prevalenza nel
Nord, con Torino i prima posizione. Nonostante gli sforzi, che hanno comunque portato ad un miglioramento
negli ultimi anni, si conferma dunque un quadro complessivamente negativo, dovuto, in particolare, alla particolare geomorfologia del bacino padano.
Un altro dato negativo inoltre per il nostro Sud: in Campania aumentano da 2 a quattro i capoluoghi che hanno superato il limite per più di un mese.
Inquinamento acustico
Rispetto al 2012 diminuisce l'incidenza dei superamenti dei limiti fissati per tutte le tipologie di fonti controllate: in forma contenuta per le attività di servizio e/o commerciali e per le infrastrutture stradali, più consistente negli altri casi. Nel 2013 la percentuale di controlli nei quali è stato riscontrato almeno un superamento della soglia massima è stata del 47,9%, pari a un calo di 5,1punti percentuali rispetto al 2012. La riduzione è più accentuata tra i comuni del Centro (-13,4 punti percentuali) e del Mezzogiorno (-7,8), mentre è di circa un punto percentuale la diminuzione al Nord dove violazioni dei limiti si registrano nel 43,6% degli interventi.
Alla fine dello scorso anno, 71 capoluoghi di provincia su 116 hanno approvato il piano di Zonizzazione o Classificazione acustica del territorio comunale (strumento reso obbligatorio dalla seconda metà degli anni '90). Sono 35 i capoluoghi nei quali è emersa la necessità di prevedere un Piano di risanamento acustico a
seguito della zonizzazione del territorio e 17 comuni hanno approvato il piano con deliberazione comunale.
Bene ma…
Sono 88 i comuni che nel 2013 hanno effettuato attività di misurazione del rumore finalizzate alla verifica del rispetto dei valori limite imposti dalla normativa (erano 91 nel 2012). Complessivamente sono stati effettuati 1.627 controlli, corrispondenti a 9,1 interventi ogni 100 mila abitanti, un numero inferiore rispetto all’anno precedente (1.661). In entrambi gli anni considerati, il 90% dei controlli è stato sollecitato da segnalazioni dei cittadini.
Spazi verdi
Lo scorso anno il verde urbano pubblico ha raggiunto in media quota 2,7% del territorio dei capoluoghi di provincia (pari ad oltre 577 milioni di m2). Rispetto al 2012 la superficie complessiva del verde urbano è cresciuta dunque dello 0,7%. La somma delle aree protette e di quelle destinate al verde urbano è pari al 18,2% della superficie comunale dei capoluoghi, con valori più elevati (tra il 60 e il 70%) a Cagliari, Venezia e Messina. Sono 16 le città italiane (il 13,8% dei capoluoghi) ad elevata densità di verde urbano. Queste si concentrano in buona parte in Lombardia (Como, Monza, Brescia, Pavia, Lodi, Cremona, Mantova), ma anche sei grandi comuni (Trieste, Roma, Napoli, Reggio di Calabria, Palermo e Cagliari) e tre città del centro (Prato, Terni e Matera) si distinguono per la le loro aree verdi.
Bene ma…
Sono 28 i capoluoghi con territorio quasi o del tutto privo di aree naturali protette (tra questi Milano e Padova), mentre valori particolarmente contenuti di verde urbano (inferiori all’1% della superficie comunale) caratterizzano 41 città.