John Kerry: Italia leadership sul clima
L’Inviato speciale del presidente Biden per il clima ha rilasciato una lunga intervista a La Stampa in cui ribadisce l’impegno degli USA, dell’Ue e in particolare dell’Italia

Dal 21 gennaio scorso, John Kerry, che corse per il partito democratico alla carica di Presidente degli Stati Uniti nel 2004 contro il repubblicano George W. Bush, è l’Inviato speciale del presidente Biden per il clima. In un’intervista esclusiva rilasciata a Paolo Mastrolilli su La Stampa, traccia un bilancio del Vertice dei Leader ospitato il 22 e il 23 aprile alla Casa Bianca.
Secondo Kerry, il G20 che si terrà a Roma il prossimo ottobre sarà “decisivo per arrivare all’obiettivo zero emissioni” e “l'Italia ha una grande opportunità di leadership nel lavorare sul tema dei cambiamenti climatici, e gli Stati Uniti sono pronti ad aiutarla. Il vostro successo sarà il successo di tutti noi”.
Sui risultati “più importanti del Vertice, e come dovremo costruire su di essi nel prossimo futuro per combattere meglio il cambiamento climatico”, l’Inviato ha sottolineato che “il progresso deve venire da tutti, ovunque. A questo proposito, il vertice dei leader è stato importante per due grandi motivi. In primo luogo, è importante per i nostri alleati vedere che gli Stati Uniti sono tornati e lavorano di concerto con i nostri amici più cari, ma anche con i nostri avversari, per portare a termine questo lavoro.”
Fondamentale “l’obiettivo di riduzione del 50-52% dell'inquinamento da gas serra entro il 2030” che “invia un grande segnale”. Per Kerry “i paesi si stanno muovendo nella giusta direzione, ma c'è di più da fare, non solo da parte dei governi, ma anche dal settore privato. Nessun governo o azienda privata può colmare il deficit di finanziamento necessario per affrontare il cambiamento climatico, motivo per cui abbiamo bisogno che gli stati, le istituzioni finanziarie internazionali e il settore privato lavorino insieme. È fattibile e le opportunità economiche, per i paesi e il settore privato, sono straordinarie, se lo facciamo bene. I passi che intraprenderemo quest'anno per preparare il mondo al successo faranno la differenza. Dobbiamo lavorare insieme per sbloccare questo potenziale e risolvere la crisi climatica”.
Parole positive sulla “funzione strumentale che l'Italia sta giocando sui cambiamenti climatici, soprattutto quest'anno, con il suo ruolo nell'UE, come di co-organizzatrice della COP26 e ospite di un incontro chiave prima della COP26, la sua presidenza del G20 e il suo impegno per le politiche di ‘transizione ecologica’.”
“Gli Stati Uniti e l'Italia – prosegue Kerry - dovrebbero essere pronti a contribuire per catalizzare le condizioni necessarie ad aiutare i paesi a stabilire e raggiungere tali target, ma tutti abbiamo bisogno di condividere una visione comune del futuro che vogliamo e dello sforzo necessario per arrivarci. L'Italia ha una grande opportunità di leadership nel lavorare su questo, e gli Stati Uniti sono pronti ad aiutarla. Il successo dell'Italia sarà il successo di tutti noi”.
Alla domanda se investire nella transizione ecologica aiuterebbe la risposta ai cambiamenti climatici, la crescita economica e la creazione di posti di lavoro, l’inviato speciale per il clima sottolinea che “il presidente Biden vede la risoluzione della crisi climatica come un'opportunità per la crescita economica e la creazione di posti di lavoro, e sa che il miglioramento della salute delle nostre comunità, il benessere dei nostri lavoratori e la competitività della nostra economia richiedono un'azione rapida e coraggiosa. I costi dell'inazione sono troppo alti. Dobbiamo investire in infrastrutture e innovazione, e alimentare una ripresa economica che crei posti di lavoro. Abbiamo l'opportunità di favorire un'equa ripresa economica, creare milioni di posti di lavoro ben retribuiti in tutto il mondo, e costruire un futuro più sostenibile e resiliente. Gli Stati Uniti restano impegnati nell'obiettivo di costruire un'economia a zero emissioni non più tardi del 2050, compreso un settore energetico privo di inquinamento da carbonio entro il 2035. Ovviamente, investire in queste priorità crea valore condiviso non solo negli Stati Uniti, ma anche sull’altra sponda dell'Atlantico. L'UE e gli Usa condividono una posizione di leadership in diverse soluzioni chiave per il clima, dalle tecnologie per l'efficienza energetica alla cattura e allo stoccaggio del carbonio, dall'eolico offshore all'idrogeno a basse emissioni di carbonio e oltre. Investendo nella transizione verde in modo coordinato, possiamo far crescere la torta economica, piuttosto che preoccuparci di quale fetta di essa ognuno di noi sta catturando. Questi vantaggi sono ulteriormente migliorati quando ci coordiniamo sulla ricerca, lo sviluppo e la commercializzazione della prossima serie di tecnologie, di cui avremo bisogno per ottenere una decarbonizzazione ancora più profonda a costi inferiori. Molti dei nostri istituti di ricerca negli Stati Uniti, in Italia e nel resto dell'UE, hanno una ricca storia di collaborazione e su questo possiamo continuare a costruire. Il piano economico del presidente Biden include la proposta di quadruplicare gli investimenti in ricerca e sviluppo di energia pulita. Allo stesso tempo, so che l'UE prevede anche un aumento del 50% della propria spesa per la R&S nel settore dell'energia pulita. Sono entusiasta delle tecnologie pulite di prossima generazione che possiamo creare insieme, utilizzando il meglio del know-how americano ed europeo”.
Leggi l’intervista completa di Paolo Mastrolilli su La Stampa