Per la Lombardia niente sanzioni in fatto di PM10
L'Europa riconosce il lavoro fatto dalla regione e gli effetti dell'applicazione delle misure intraprese
Milano, 22 ottobre 2014 - Lombardia premiata in fatto di lotta all’inquinamento. La regione, infatti, quest'anno non rientra nella procedura di infrazione della Commissione Ue relativamente alla presenza di PM10. Anzi, spiega una nota del Purellone, “la stessa Commissione ha ritenuto molto positiva l'avvenuta adozione del Pria (misure regionali per la qualità dell'aria) e del Bacino padano”. Si tratta di un buon viatico che arriva praticamente negli stessi giorni di avvio dei divieti antismog che ogni anno, a partire dal 15 ottobre, vengono applicati ai veicoli più inquinanti (circa 600.000 vetture sul territorio regionale).
“A luglio era stata aperta una nuova procedura di infrazione in tema di PM10 - ha spiegato Claudio Maria Terzi, Assessore regionale all’ambiente, all’energia e allo sviluppo sostenibile - la scadenza per la risposta era appunto settembre, ma l'Italia ha avuto una proroga fino a fine ottobre per poter rispondere. Tra le Regioni citate e a cui è stata notificata la messa in mora non c'è, per la prima volta, la Lombardia. Un riconoscimento agli sforzi messi in campo dalla Regione in particolare, con l'Accordo di programma sulla qualità dell'aria sviluppato con il consenso delle forze sociali, delle imprese e delle autonomie locali, direttamente chiamate a realizzare questo tipo di politiche, applicandone le indicazioni”.
Il Pria
Alla base di questo risultato anche il Pria, approvato lo scorso anno, che è ritenuto un importante strumento di pianificazione e programmazione, che definisce gli obiettivi e contiene misure di riduzione delle emissioni in atmosfera rispetto ai valori limite degli inquinanti. Il Pria “prevede investimenti complessivi di oltre 2 miliardi di euro per l'attuazione di 91 misure sulla mobilità e il trasporto su strada, come l'abolizione del bollo auto per tre anni (10 milioni di euro l'anno), su mezzi a bassissimo impatto ambientale, lo sviluppo di un sistema di trasporti integrato, incentivazione dell'energia rinnovabile, attività agricole e forestali, con l'obiettivo di abbattere le emissioni fino al 41 per cento per le polveri sottili (PM 10, PM 2,5) e fino al 49 per cento per gli ossidi di azoto entro il 2020”.
Si tratta di misure che verranno attuate in tempi diversi: 66 sono attivabili nel breve periodo, e intervengono sui trasporti su strada e sulla mobilità, sorgenti stazionarie, uso razionale dell'energia e attività agricole; 25 misure sono invece attuabili nel medio e lungo periodo.
Il rapporto con l’Europa
“Le Regioni, come le Province autonome, nel tempo, - ha infine precisato Terzi - hanno predisposto i loro piani per un rientro nei limiti stabiliti dalla direttiva Ue in materia. Nella consapevolezza che il problema dell'inquinamento non è confinabile all'interno di un singolo territorio, ma che abbraccia una scala più ampia, è stato istituito un Tavolo di coordinamento per la qualità dell'aria”. E, a quanto pare, ri sultati iniziano a vedersi. I Piani di qualità dell'aria – spiega una nota - hanno portato alla messa a punto di efficaci ed estesi sistemi di monitoraggio degli inquinanti e a un lento, ma progressivo, miglioramento della situazione in atto, con una significativa diminuzione delle concentrazioni degli inquinanti tradizionali (ad esempio biossido di zolfo, SO2).
