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Briciole di pane

La mobilità elettrica uno dei principali driver della mobilità sostenibile

Intervista a Federico Caleno, Head of e-Mobility Italy di Enel X - di G. M. Rita Pofi

La crisi storica del settore auto e la spinta sempre più decisa delle istituzioni verso una transizione ecologica stanno portando verso scelte epocali in tema di mobilità sostenibile. Cosa ne pensa a riguardo? Il nostro paese è pronto a un cambiamento così radicale?

Enel ha creduto sin dal principio nella mobilità elettrica, ancor prima della commercializzazione dei primi veicoli elettrici su larga scala avvenuto nel 2010. Nel 2017 ha creato Enel X, che opera nell’e-mobility a 360 gradi, e si occupa dell’installazione e della fornitura delle infrastrutture di ricarica e dei servizi ad essi collegate. 
I fattori abilitanti per l’adozione della mobilità elettrica sono da sempre principalmente il costo d’acquisto e utilizzo dell’auto e la disponibilità di punti di ricarica. Sul primo punto l’incentivazione in base alle emissioni ha agevolato l’acquisto delle vetture, rendendo il Total Cost of Ownership delle vetture elettriche conveniente rispetto a quelle ad alimentazione tradizionale.
Per quanto riguarda il secondo punto, ad oggi il Paese conta su oltre 20.000 punti di ricarica ad uso pubblico, di cui circa 13.000 targati Enel X, che, considerando uno stock di veicoli ricaricabili (tra BEV e PHEV) di oltre 140.000, rappresentano la disponibilità di un PdR pubblico ogni 7 vetture, un dato in linea con i mercati europei più maturi*.
In sintesi, il cambiamento in termini di diffusione dei veicoli elettrici è partito già da diversi anni, grazie al progressivo incremento delle vendite degli EV, e in aprile quasi una vettura nuova su 10 è stata ricaricabile**.
 
La mobilità elettrica è davvero ad un punto di svolta? Qual è lo stato dell’arte in Italia e quali i piani di Enel X per supportare questo sviluppo? 


Enel X ha installato in Italia circa 13.000 punti di ricarica pubblici, generando occupazione per più di 150 imprese e più di 2.000 addetti, che si occupano di attività di produzione, logistica, progettazione impianti, installazione e manutenzione. Il piano di Enel X prevede nel nostro Paese l’installazione di circa 21.700 punti di ricarica pubblici entro il 2023 (con maggior focus sulle infrastrutture Fast e Ultra Fast da 100 a 350kW), con un investimento complessivo pari a circa 213 milioni € e circa 70.000 punti di ricarica privati.
La rete di ricarica garantirà una copertura capillare di tutte le Regioni italiane, con diverse tipologie di colonnine in grado di soddisfare le esigenze dei clienti finali: 
•    nelle aree extraurbane e nelle strade a lunga percorrenza, Enel X installa punti di ricarica Fast (da 50kW a 100kW) e Ultra Fast (da 100kW fino a 350kW), che permettono mediamente la ricarica del veicolo in 15-30 minuti;
•    nelle aree urbane, Enel X installa prevalentemente punti di ricarica Quick (fino a 22kW) in siti dove i tempi di parcheggio sono compatibili con tempi di ricarica nell’ordine dell’ora, e punti Fast (da 50kW a 100kW) nelle zone dove il tempo medio di parcheggio è minore (es. stazioni di rifornimento). 
I punti di ricarica di Enel X sono gestiti secondo un “modello aperto” che consente ai Providers di servizi di ricarica (MSP) di offrire servizi ai propri clienti attraverso l’infrastruttura gestita da Enel X. Ad oggi, oltre Enel X stessa, altri 40 MSP offrono servizi attraverso l’infrastruttura gestita da Enel X in Italia. 
Per supportare il piano di installazione di punti di ricarica, Enel X ha firmato complessivamente accordi con oltre 1.120 Comuni e con numerosi partner privati, molti dei quali di rilevanza nazionale operanti, ad esempio, nell’abito della Grande Distribuzione Organizzata (GDO), ristorazione, e turismo. 
L’attività di installazione delle colonnine di Enel X in Italia è altresì supportata da alcuni progetti co-finanziati dalla Commissione Europea. Tra questi, si ricorda il progetto EVA+, nell’ambito del quale Enel X ha completato l’installazione di 180 stazioni di ricarica fast multistandard (50kW), cui sono susseguiti i seguenti progetti:
•    E-Via FlexE: prevede l’installazione di 8 siti Ultra Fast (da 350kW) entro metà 2021;
•    Ambra E: prevede l’installazione di circa 1.800 stazioni di ricarica entro la fine del 2022;
•    CEUC: prevede l’installazione di 38 siti Ultra Fast (da 150kW fino a 350kW) entro la fine del 2022.

Enel X garantisce inoltre, con un veicolo societario dedicato, l’erogazione dei servizi di ricarica attraverso l’app JuicePass, sia verso clienti retail, sia verso clienti business. JuicePass permette di gestire tutte le ricariche di veicoli elettrici sia in ambito residenziale sia su tutti i punti di ricarica pubblicamente accessibili in Italia e in Europa gestiti da Enel X e da altri operatori con cui sono stati siglati degli accordi di roaming. Inoltre, grazie ad altri accordi internazionali di interoperabilità, Enel X attraverso l’app Juicepass consente ai propri clienti l’accesso ad un network di migliaia di punti di ricarica nel mondo. Sono attualmente disponibili in JuicePass oltre 100.000 punti di ricarica pubblicamente accessibili; dato questo in costante evoluzione, coerentemente con la strategia aziendale di estensione geografica e di capillarità del servizio.

Nel comparto automotive, l’elettrico sta avendo un boom e si stima entro dieci anni una crescita esponenziale. Ritiene che le infrastrutture di ricarica riescano a stare al passo o si corre il rischio di non supportare adeguatamente questa “rivoluzione green”? 

Gli obiettivi sempre più sfidanti imposti alle Case Automobilistiche sulle emissioni dei veicoli commercializzati, hanno comportato un forte impegno da parte dei costruttori per realizzare vetture elettriche sempre più performanti sia in termini di autonomia che di velocità, a prezzi sempre più accessibili per il cliente finale.  
A fine 2019 nel mondo circolavano circa 7 milioni di auto elettriche. A fine 2020, nonostante l’impatto negativo della pandemia da Covid-19, il parco circolante ha raggiunto circa 10 milioni di vetture e raggiungerà entro il 2030 oltre 115 milioni. In Europa si stima che il totale dei veicoli passeggeri elettrici passerà dagli oltre 1.7 milioni del 2019 agli oltre 30 milioni al 2030. Secondo il il PNIEC, si stima che in Italia al 2030 ci saranno circa 6 milioni di veicoli elettrici e, inoltre, secondo uno studio pubblicato da MOTUS-E, ci saranno più di 100.000 punti di ricarica ad uso pubblico, che soddisferanno il 30% della domanda complessiva di ricarica. Il rapporto tra punti di ricarica e veicoli elettrici circolanti (1 a 7) diminuirà rispetto ad oggi, ma aumenteranno sia la potenza (e quindi la velocità) delle infrastrutture di ricarica sia la capacità dei caricatori di bordo dei veicoli. Enel X sta già installando infrastrutture che raggiungono i 350kW che ad oggi soddisfano alla loro potenza massima un ristretto numero di veicoli, ma nei prossimi dieci anni rappresenteranno una fetta sempre più grande del parco circolante. La diffusione di HPC secondo il piano di Enel X sarà più celere dello sviluppo dei caricatori di bordo delle vetture, che passeranno da una media attuale di 50/100kW a 150/200kW nel 2030.
Le infrastrutture di ricarica di oggi sono già al passo con questa “rivoluzione green” e la loro numerosità sul territorio potrà variare in funzione dell’effettivo trend di crescita del mercato dei veicoli elettrici.

Ricarica urbana e stazioni ad alta potenza sulle grandi infrastrutture viarie. Puntate su entrambe? Quali sono i progetti di Enel X per il prossimo futuro? 

Il nostro Piano inizialmente prevedeva una prima fase fino allo scorso anno che aveva come obiettivo quella della copertura capillare del territorio, proprio per rimuovere quella barriera psicologica all’adozione dell’elettrico. A partire da quest’anno iniziamo una seconda fase il cui obiettivo è quello di aumentare la presenza di infrastrutture di ricarica a più alta potenza, che consentiranno il passaggio all’elettrico nelle grandi città anche a coloro che non hanno un ricovero privato notturno o l’opportunità di ricaricare in ufficio, così come in autostrada e lungo le strade statali ad alto scorrimento, per fare il pieno di energia in brevissimo tempo, coprendo distanze maggiori rispetto a quelle consentite da autonomie già ragguardevoli. Prevediamo entro l’anno di installare Infrastrutture di Ricarica ad alta potenza in più di 100 siti.

Allo stato attuale qual è il maggior ostacolo allo sviluppo della mobilità elettrica nel nostro Paese? Una semplice resistenza culturale, o anche problematiche di natura economica? 

Attualmente come Charging Point Operator la difficoltà principale è rappresentata dalla complessità dell’iter autorizzativo per l’installazione e l’attivazione delle Infrastrutture di ricarica, che risente di diversi step per l’approvazione dello stesso prodotto e servizio da parte dei diversi interlocutori coinvolti. Devo dire che abbiamo incontrato esempi di Comuni, che definiamo come rappresentanti di un modello di Comune Virtuoso, che hanno integrato nel proprio piano di mobilità la coerente distribuzione delle infrastrutture di ricarica nei punti strategici e istituzionali, snellendo l’iter approvativo ed esonerando il CPO dall’esborso del Canone Unico, hanno scelto l’ampio ventaglio di caricatori che mettiamo a disposizione, si sono impegnati alla vigilanza del rispetto della loro fruibilità, hanno avviato il processo di elettrificazione della propria flotta e offerto benefici immateriali per i cittadini che sposavano la mobilità sostenibile. 
A livello economico per il CPO sarebbe auspicabile, oltre alla necessità di regolare in modo uniforme e semplificato l’installazione delle infrastrutture di ricarica, un allungamento del periodo di concessione del relativo suolo. Oggi la durata prevista è di 8 anni (in alcuni casi addirittura 6), mentre l’innovazione tecnologica, al passo con le esigenze di una ricarica sempre più veloce, ha determinato la realizzazione di beni strumentali con maggiore potenza, di valore sempre superiore e con vita utile più lunga. Per questo la durata della concessione dovrebbe essere estesa a 30 anni in luogo degli attuali 8.

In tema di mobilità sostenibile l’Italia è al passo degli altri paesi europei? 


Le vendite del primo trimestre in Italia di BEV e PHEV (circa 30.000 vetture) hanno rappresentato quasi il 7% delle vendite complessive in Europa***. A livello di quota di mercato italiano, i veicoli elettrici BEV e PHEV hanno raggiunto una quota di mercato pari a quasi 7%** delle vendite complessive di tutte le motorizzazioni nei primi 4 mesi del 2021, ancora al di sotto della media europea dei Paesi più avanzati. A livello di Punti di Ricarica invece abbiamo una copertura di 1 punto di ricarica ogni 7 veicoli circolanti, in linea con Francia e Germania*** e considerando l’incentivazione sull’acquisto del nuovo veicolo attualmente ancora in vigore, possiamo dire che i due elementi fondamentali per l’esplosione della mobilità elettrica nel nostro Paese sono chiaramente indirizzati.


*Fonte EAFO
Interna
**Fonte UNRAE
.***Fonte EV Volumes 
 

G. M. Rita Pofi