Flash news Infrastrutture:
 
 

Briciole di pane

L'accordo sui Target 2030 Clima Energia scontenta le associazioni del Trasporto sostenibile

Il Consiglio europeo fissa il target dell'abbassamento del 40% delle emissioni di gas serra

Bruxelles, 24 ottobre 2014 - Riduzione delle emissioni di gas serra del 40%, aumento dell’efficienza energetica e del consumo di fonti rinnovabili del 27%. Questi gli obiettivi della politica Clima e Energia per il 2030 definiti dall’Unione Europea la scorsa notte. A Bruxelles è stato raggiunto un compromesso, tutt’altro che scontato, che però ha deluso le aspettative di Transport & Environment (T&E), l'organizzazione che riunisce le 50 più importanti associazioni europee che si occupano di trasporto sostenibile.


Il Consiglio europeo ha approvato un obiettivo vincolante di riduzione delle emissioni nazionali di gas a effetto serra di almeno il 40% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Il target prevede una riduzione dei costi sia per i settori coperti dal sistema di scambio delle quote di emissione (Ets), sia in quelli non coperti da esso, pari rispettivamente al 43% e al 30% rispetto al 2005. Il secondo obiettivo definito dall’Ue stabilisce al 27% la quota minima di fonti energetiche rinnovabili che deve essere consumata nel 2030. Il target è vincolante a livello europeo ma gli Stati membri potranno fissare obiettivi nazionali propri, più ambiziosi e sostenerli.

È fissato invece come obiettivo “indicativo” il miglioramento del 27% dell’efficienza energetica rispetto alle proiezioni del futuro consumo di energia. Questo terzo ed ultimo target Ue sarà riesaminato entro il 2020, tenendo presente un livello europeo del 30%. Nel perseguire i 3 obiettivi, gli stati membri continuano ad essere liberi di decidere il proprio mix energetico.


Ma per Transport & Environment, i 3 target non sono abbastanza ambizioni e “non fanno abbastanza per eliminare la dipendenza dai combustibili fossili”. Sotto accusa la possibilità riconosciuta ai paesi europei di includere il settore dei trasporti nel sistema Ets, una mossa che “non contribuisce a ridurre le emissioni generate dal settore e che si limita a posticiparne la sua trasformazione”.


Un secondo punto critico è la scarsità di dettagli su come riuscire a promuovere le energie rinnovabili nel settore dei trasporti ed il ruolo attuale dei biocarburanti. La maggioranza dei carburanti ecologici non ha, o ha vantaggi climatici molto limitati ed al contempo costano all’Ue 6 miliardi di euro all’anno. “La Commissione Juncker ha la possibilità di sistemare la situazione focalizzando l’attenzione su fonti energetiche a basso impatto di carbonio, specialmente sull’elettricità pulita. Accertarsi di spendere miliardi pubblici nell’elettrificazione sostenibile dei trasporti anziché su pessimi biocarburanti dovrebbe essere una priorità”, ha concluso Nusa Urbancic clean energy manager di T&E.

 

Lorenzo Robustelli