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Briciole di pane

Pavimentazioni stradali in grado di ricaricare le automobili elettriche

Durante un convegno sulla mobilità sostenibile, promosso dal Comune di Trento e dall'Ordine degli ingegneri della provincia di Trento, il docente Marco Guerrieri ha illustrato la nuova era della mobilità sostenibile

“Già utilizziamo sensori e tecnologie all'avanguardia su veicoli e infrastrutture, ma se riusciamo a farli comunicare tra loro si arriverà a un nuovo paradigma di mobilità”. Ne è convinto Marco Guerrieri, professore associato di ingegneria civile dell'Università degli studi di Trento dove si occupa di strade, ferrovie e aeroporti. Già progettista e consulente per la progettazione di numerose infrastrutture stradali, ferroviarie e tranviarie in Italia e all'estero (Iran, Oman, Uganda, Zambia, Malta) ed estensore di studi di traffico, road safety audit e piani urbani del traffico, è stato consulente di enti privati e pubblici sui sistemi di trasporto. La tematica è solo una delle tante affrontate nel convegno sulla mobilità sostenibile, promosso dal Comune di Trento e dall'Ordine degli ingegneri della provincia di Trento e svoltosi proprio nel Palazzo della Provincia. L'incontro ha visto vari professionisti confrontarsi sul complesso e attuale rapporto tra tecnologie innovative e transizione ecologica, come riportato nell’articolo pubblicato su il T Quotidiano.

Sulle nuove frontiere nelle infrastrutture Guerrieri ha chiarito: “In Italia sono già attive delle smart road che permettono di informare gli utenti in anticipo sulle condizioni ambientali e di traffico. Le smart road sono infrastrutture digitalizzate nelle quali vengono integrate le tecnologie dell'informazione, l'Internet of things, il cloud computing, i big data e gli algoritmi di intelligenza artificiale al fine di migliorare la sicurezza e la funzionalità, migliorando così anche la sostenibilità ambientale. Già circolano veicoli con sensori in grado di rilevare indirettamente, ad esempio, grazie alla pressione di gonfiaggio delle gomme, fattori come la regolarità e la rugosità delle pavimentazioni e questo permette una manutenzione più efficace da parte dei gestori stradali. Inoltre, ci sono già vari tratti autostradali lungo i quali, tramite delle applicazioni, si forniscono ai guidatori informazioni sulle condizioni del traffico, su eventuali incidenti, sulla presenza di cantieri e sulle condizioni meteorologiche”.

In Italia nel 2018 è stato varato un decreto ministeriale sulle smart road e ci sono già esempi di avanguardia come alcuni tratti autostradali gestiti da Anas e, nel territorio trentino, si annovera l'Autostrada del Brennero. "La vera sfida ora - spiega il docente - è passare da una fase di infomobilità a una fase di automazione in cui i veicoli riescano a interagire e "comunicare" direttamente con l'infrastruttura stradale". È in questo caso che gioca un forte ruolo la sostenibilità dato che, come sottolinea Guerrieri, “la smart road può lavorare di pari passo con i veicoli elettrici. Infatti, sono già in fase di sperimentazione nella "Arena del futuro" (un circuito di ricerca in prossimità della A35, in direzione Chiari, ndr) delle pavimentazioni stradali innovative in grado di ricaricare le automobili elettriche durante la loro marcia (attraverso il cosiddetto sistema "Dynamic wireless power transfer"). Ciò permetterebbe di sostituire o di integrare le colonnine di ricarica già presenti ma molto più lente. Si mira così a realizzare corsie appositamente destinate alla ricarica”. Sono numerose le soluzioni pensate nell'ottica di una miglior efficienza energetica. “Un'altra idea ancora in fase di sperimentazione è una particolare vernice fotoluminescente utilizzabile lungo tratti stradali privi di illuminazione artificiale”.

Precisa però il docente: “Soluzioni del genere comportano anche nuovi criteri di progettazione delle strade e modifiche al Codice stradale. Queste nuove tecnologie costituiscono un campo talmente ampio e in continua evoluzione che non possiamo sapere in dettaglio le modalità e i tempi con cui si evolverà l'automazione”. Come emerso dal convegno, non è rivolta soltanto alle strutture stradali la ricerca accademica sulle tecnologie intelligenti ed ecosostenibili ma anche al campo ferroviario.