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Briciole di pane

Promozione dell'uso di energia da fonti rinnovabili

Attuazione della direttiva 2018/2001 del Parlamento europeo sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili

È stata da pochi giorni recepita la direttiva del Parlamento Europeo 2018/2001 cosiddetta Red II (Renewable Energy Directive), ovvero la direttiva sulla promozione dell’uso di energia da fonti rinnovabili. Il Decreto Legislativo di recepimento n. 199/2021 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 novembre 2021 ed entrerà in vigore il 15 dicembre 2021. 

Il D. Lgs ha l’obiettivo di «accelerare il percorso di crescita sostenibile del Paese, recando disposizioni in materia di energia da fonti rinnovabili, in coerenza con gli obiettivi europei di decarbonizzazione del sistema energetico al 2030 e di completa decarbonizzazione al 2050». 
Inoltre, «definisce gli strumenti, i meccanismi, gli incentivi e il quadro istituzionale, finanziario e giuridico, necessari per il raggiungimento degli obiettivi di incremento della quota di energia da fonti rinnovabili al 2030». 

La direttiva europea stabilisce un obiettivo al 2030 del 32% di utilizzo di fonti rinnovabili sul totale dei consumi, per l’Italia la soglia è fissata al 30%. Il traguardo risulta essere tuttavia distante, considerando che allo stato attuale il nostro Paese, nonostante gli sforzi messi in campo con gli incentivi dedicati alle fonti rinnovabili (es. Conto energia fotovoltaico), è arrivato a circa il 19%. 

L’obiettivo del decreto è di accelerare il percorso di sviluppo sostenibile nazionale in conformità agli obiettivi europei di utilizzo di energie da fonti rinnovabili e di decarbonizzazione. 

Le disposizioni previste dal decreto restano in linea con le misure previste in tema energetico dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC). L’Italia intende: 

 

1.       conseguire un obiettivo minimo del 30% di utilizzo di energie da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo entro il 2030. Per il riscaldamento e raffrescamento è assunto un obiettivo di incremento indicativo di energia da fonti rinnovabili nei consumi finali pari a 1,3% medio annuale per i periodi 2021-2025 e 2026-2030; 

 

2.       conseguire una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030 (“Fit for 55”). 

 

Per l’Italia questo significa avere degli obiettivi altamente sfidanti, dobbiamo raddoppiare gli sforzi attuati finora per aumentare i risultati in meno di dieci anni. 

L’innovazione tecnologica e la semplificazione normativa, con un incremento degli incentivi dedicati alle fonti rinnovabili rappresentano la chiave per il raggiungimento degli obiettivi.  

Infatti, il decreto prevede la riorganizzazione e il potenziamento dei meccanismi di incentivazione.  La logica è quella di introdurre una concreta semplificazione nell’accesso agli incentivi, fornendo una maggiore stabilità mediante l’introduzione di una programmazione pluriennale, al fine di favorire gli investimenti più rilevanti capaci di generare una maggiore efficienza energetica e un minor impatto ambientale. 

Sono individuati strumenti in funzione del settore di applicazione, delle tipologie di interventi e della taglia degli impianti, con un approccio che mira alla minimizzazione del consumo di suolo e dell’impatto paesaggistico e ambientale, comprese le esigenze di qualità dell’aria.  

Per quanto concerne il tema delle autorizzazioni la parola d’ordine è “semplificazione”, peraltro già avviata dal DL Semplificazioni, non è infatti pensabile raggiungere gli obiettivi al 2030 con le tempistiche autorizzative finora mediamente necessarie per realizzare i progetti FER. Oltre a ciò, viene richiesta una partecipazione attiva degli enti preposti al fine di individuare e condividere le aree idonee all’installazione degli impianti al fine di semplificare l’iter. 

Per lo sviluppo delle rinnovabili, resta tuttavia cruciale il concomitante sviluppo delle infrastrutture, il potenziamento della rete elettrica nazionale e degli elettrolizzatori.  

Il prossimo step vede l’emanazione da parte del Ministero per la transizione ecologica (MITE) entro il 13 giugno 2022 dei decreti attuativi per la ridefinizione dei meccanismi incentivanti dedicati alle fonti rinnovabili. 
  
L’incentivo sarà assegnato tramite una tariffa erogata dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE). Per i grandi impianti, con potenza superiore a 1 MW, saranno previste procedure competitive di aste al ribasso effettuate in riferimento a contingenti di potenza. Per gli impianti di piccola taglia, invece, si potrà ottenere l’incentivo su domanda o attraverso bandi riservati agli impianti innovativi.  

Infine, per quanto concerne il tema delle comunità energetiche, il decreto prevede il superamento dei precedenti vincoli di cui all’articolo 42-bis del decreto-legge n. 162/2019. In particolare: 

 

  • È previsto l’aumento della potenza massima degli impianti di produzione di energia rinnovabile da 200 kW a 1 MW; 

 

  • Sono stati superati i vincoli legati alla necessità degli impianti rinnovabili di essere ubicati su reti elettriche in bassa tensione sottese dalla medesima cabina di trasformazione MT/bt (cabina secondaria). L' art31 (Comunità energetiche rinnovabili) al comma 2 lettera c prevede che “L’energia può essere condivisa nell’ambito della stessa zona di mercato, ferma restando la sussistenza del requisito di connessione alla medesima cabina primaria”; 

 

  • Sono aggiornati i meccanismi di incentivazione per gli impianti a fonti rinnovabili inseriti in configurazioni di autoconsumo collettivo o in comunità energetiche rinnovabili di potenza non superiore a 1 MW come previsto dall’ art. 8 (Regolamentazione degli incentivi per la condivisione dell’energia). 

Link della Gazzetta Ufficiale

 

Susanna Brusi   

Stefano D’Ambrosio  

Sebastiano Nicotra  

Unità “Infrastruttura Tecnologica, Impianti, Energia di Anas (Gruppo FS Italiane)