Sprofondamenti e voragini: Roma e Napoli le città più colpite
La mappa tracciata dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale
Roma, 9 maggio 2014 – Campania, Sardegna, Puglia e Lazio sono le regioni più colpite dai fenomeni di sprofondamento naturale. Le città maggiormente esposte ai sinkholes antropogenici sono, oltre a Roma e Napoli, anche Cagliari, Palermo e Messina. Lo ha rilevato l’ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che ha organizzato ieri a Roma il Convegno “Voragini in Italia: i sinkholes e le cavità sotterranee: ricerca storica, tecniche di studio e d’intervento”.
Solo per fare qualche esempio, dal 1875 al 2014 l’ISPRA ha censito a Roma più di 2500 sinkholes (letteralmente: “buchi sprofondati”). Inoltre ha prodotto per il Lazio una “Carta di suscettibilità” ai fenomeni di sprofondamento e sono state individuate 33 aree a rischio, con un totale di 393 voragini censite.
Dopo aver censito le voragini di tipo naturale sul territorio italiano, dal 2009 l’Istituto ha iniziato il monitoraggio e lo studio dei sinkholes antropogenici nelle aree urbane. A tal proposito, durante il convegno di ieri è stata presentata una “Carta di suscettibilità ai sinkholes” del territorio di Roma – sino al Raccordo anulare – aggiornata al 2014. Si tratta di uno “strumento fondamentale per monitorare la stabilità e il rischio di voragini dei quartieri della città”, ha sottolineato l’ISPRA.
“Nel sottosuolo della Capitale, come in molte città italiane, tra le quali Napoli” prosegue il comunicato “è presente un reticolo esteso e denso di cavità sotterranee: cave, catacombe, reti idrauliche, acquedotti, fognature e cunicoli di interesse archeologico, che se interessate da piogge copiose, fratture del suolo, eventi sismici o attività umane non adeguate alla situazione geologica, possono innescare i sinkholes”.
Secondo i dati dell’Istituto, solo a Roma negli ultimi 15 anni si sono verificati in media 100 sprofondamenti l’anno, dovuti per lo più a cedimenti delle cavità sotterranee. L’ISPRA conclude con un allarme: “il fenomeno è purtroppo in incremento e nei recenti episodi alluvionali intensi, si sono aperti 20 sprofondamenti al giorno di dimensioni e pericolosità molto diversi tra loro a causa del sovraccarico di pioggia nella rete dei sottoservizi della Capitale”. Tra i quartieri che meritano particolare attenzione: Prenestino, Appio-Tuscolano, Tiburtino, Monteverde vecchio ed Esquilino.