“Transiberiana d’Italia”: un emozionante viaggio tra i parchi dell’Appennino Centrale
Alla scoperta dei tesori storico artistici del Belpaese a bordo dei treni storici

Binari senza Tempo è il progetto della Fondazione FS pensato per dare una nuova vita a dieci linee ferroviarie che attraversano la provincia italiana, creando una formula innovativa di turismo ferroviario. Si tratta di circa 600 km di strada ferrata caduti in secondo piano perché poco appetibili per il trasporto regolare di persone e merci, ma che hanno ancora molto da offrire: percorrendo il loro tracciato si possono ammirare panorami unici, in zone d’Italia da riscoprire e aprire al turismo. Grazie alla legge sulle ferrovie storiche del 2017, stimolata anche dal lavoro della Fondazione, oggi queste linee sono tutelate e rispondono al nuovo scopo di rivalutare i territori che attraversano creando un museo diffuso imperniato sui piccoli borghi.
Tra le tratte più affascinanti vi è senza ombra di dubbio la Sulmona – Carpinone. Riattivata nel 2014, lunga 118 km, è soprannominata la “Transiberiana d’Italia”. È la seconda linea a scartamento ordinario più alta d’Italia, e si sviluppa per un lungo tratto oltre i 1.000 m di altitudine attraversando i boschi del Parco Nazionale della Majella e i rinomati altipiani d’Abruzzo, che d’estate appaiono come verdi praterie con animali al pascolo mentre d’inverno ricordano le bianche distese di neve sferzate da venti gelidi della Siberia. Prevista dalla legge Baccarini del 1879, fu attivata in due fasi, dopo complessi lavori di costruzione condizionati dall’aspra orografia del territorio e dalla mancanza di strade per il trasporto dei materiali: nel 1892 fu aperto il tronco Sulmona-Cansano e il 18 settembre 1897 i treni arrivarono a Carpinone. Ha un tracciato tortuoso e spettacolare, con pendenze fino al 28%: dai 328 m di Sulmona sale ai 1.268 m della stazione di Rivisondoli-Pescocostanzo, superando un dislivello di quasi 1.000m, ridiscende ai 793 m di Castel di Sangro, risale nuovamente a 923 m a S. Pietro Avellana e, infine, scende a 631 m a Carpinone.
Lungo il tracciato si contano ben 50 gallerie e un centinaio di ponti e viadotti. Tra i più spettacolari vi sono il viadotto sul Gizio a Pettorano, la sequenza di viadotti lungo il fianco del Colle Mitra, il viadotto al km 37 lungo le pareti del monte Porrara, il viadotto sul torrente Raso a Roccaraso, quello sul vallone Valle nei pressi di Scontrone e quello di Carovilli. Tra le gallerie, le più lunghe sono quelle della Majella (2.485 m), di Monte Pagano (3.110 m) e di Monte Totila (2.175 m), che attraversano gli omonimi rilievi. Pesantemente danneggiata durante la seconda guerra mondiale, fu interamente riattivata solo nel 1960, ma i passeggeri iniziarono presto a calare, a causa dei lunghi tempi di percorrenza, portando alla sospensione del servizio ordinario tra il 2010 e il 2011. Il suo tragitto, lasciato Sulmona, risale la valle del Gizio e sale lungo le brulle pendici del Colle Mitra, tra viadotti e brevi gallerie. Sottopassato lo sperone del colle si attraversa un altopiano ondulato; a Campo di Giove la linea entra nel Parco Nazionale della Majella e prosegue in salita tra i boschi lungo le ripide pendici del Monte Porrara. Usciti dalla galleria della Majella si attraversano gli altipiani d’Abruzzo, praterie prive di alberi circondate da pendii boscosi; a destra appare il borgo di Pescocostanzo e si giunge alla stazione Rivisondoli-Pescocostanzo (1.268 m s.l.m.), seconda stazione più alta d’Italia. La linea inizia a scendere, supera Roccaraso e aggira il Monte Arazzecca; a sinistra il panorama si apre sulla valle del Sangro e il paese di Castel di Sangro, dove si arriva dopo aver percorso una lunga ansa verso sud-ovest e aver lambito Alfedena. Si sottopassa con una lunga galleria il Monte Pagano e si entra in Molise, alternando paesaggi boscosi e mossi con altri più aperti. Sottopassato in galleria il monte Totila la linea attraversa il piano di Sessano, per poi entrare in una stretta gola e giungere a Carpinone.
Tra i centri di maggiore interesse lungo l’itinerario, si segnalano Sulmona, città famosa per i confetti, vanta un consistente patrimonio monumentale, tra cui spiccano edifici religiosi quali la cattedrale, il complesso della SS. Annunziata e la chiesa di S. Francesco della Scarpa e Pescocostanzo, città con palazzi, monumenti rinascimentali e barocchi.
A livello naturalistico, non si può non essere affascinati dal Parco Nazionale della Majella, al cui interno trovano rifugio numerose specie animali, dal lupo appenninico all’orso bruno marsicano, dal gatto selvatico alla martora, dal piviere tortolino al gracchio corallino, e più di 2.100 entità vegetali, tra cui la soldanella del calcare ed il fiordaliso della. I paesaggi e le atmosfere del parco possono essere inoltre esplorati con decine di sentieri, ippovie e percorsi per mountain bike.
Il territorio attraversato dalla Sulmona – Carpinone racchiude anche uno straordinario patrimonio enogastronomico con grandi eccellenze quali i formaggi e i piatti a base di carne di pecora e agnello. Tra i primi, tipico degli altipiani abruzzesi è il caciocavallo, mentre nell’Alto Molise ottima è la mozzarella vaccina molisana; tra i secondi vi sono gli arrosticini, spiedini di carne di castrato o di pecora arrostiti lentamente alla brace. Sulmona, invece, è famosa per i confetti, che secondo la tradizione sono nati qui nel medioevo e che vengono prodotti in tantissime varianti e colori.