Aeroporti. Il futuro è un parco hi-tech
Fra 10 anni saranno così
Roma, 3 luglio 2014 - "Entro il 2025, le tecnologie self-service automatizzate, dirette dagli smartphone, consentiranno ai viaggiatori di caricare il bagaglio al McDonald's o di fare il check-in mentre bevono il caffè da Starbucks" racconta Patrick Yeung, Ceo della compagnia cinese Dragonair. Chissà se sarà davvero così. Certo quello che sta succedendo in mezzo mondo, e le tecnologie che si evolvono a ritmi forsennati, stanno dando vita a un modello del tutto diverso di viaggio.
Almeno così la pensa Skyscanner, il portale di ricerca viaggi online, che da un po' di tempo collabora con l'inglese The Future Laboratory per raccontarci, qualche anno prima che si materializzi, il viaggio del futuro. Dopo aver dedicato il primo capitolo del suo imponente studio all'identikit del nuovo viaggiatore iperconnesso, che sceglierà le sue vacanze con un antipasto virtuale in salotto, si passa ai luoghi del viaggio. In particolare, ai voli e agli aeroporti che ci traghetteranno in giro per il pianeta. Con la sorveglianza satellitare dei velivoli su cui sta lavorando la statunitense Aireon, partecipata anche dalla nostra Enav, tagliando i tempi e in maggiore sicurezza.
"Entro il 2024 il viaggio da casa nostra alla destinazione scelta sarà potenzialmente un'esperienza piacevole e senza stress, piena di distrazioni e di divertimento per tutti - ha commentaro Filip Filipov, capo del b2b di Skyscanner - gli aeroporti e i voli non costituiranno più unicamente il prezzo che paghiamo per viaggiare ma saranno a tutti gli effetti l'inizio delle nostre vacanze, ci rilasseremo e ricreeremo lo spazio ideale per soddisfare le nostre esigenze sia che viaggeremo per affari o per piacere"
Molte delle novità che ci renderanno l'esperienza più gradevole sono già tecnicamente possibili se non in fase di sperimentazione. Basti pensare all'etichetta digitale per il bagaglio: British Airways e Microsoft stanno per esempio testando un tag che sfrutta la tecnologia Nfc, Near field communication, per identificare univocamente il proprio bagaglio. Da tenere sempre sotto controllo via smartphone e fare definitivamente fuori scartoffie d'imbarco e documenti.
Carte che già non servono più con la All Nippon Airways: ci si identifica con il proprio tablet e si viene guidati attraverso i controlli di sicurezza. Per non parlare delle soluzioni di riconoscimento facciale, potenzialmente rivoluzionarie anche se più complesse da implementare per questioni di privacy. Ma è solo la punta dell'iceberg: "Stiamo assistendo alla nascita di un qualcosa che è stato soprannominato Internet delle cose - commenta Martin Raymond, cofondatore del The Future Laboratory - nel prossimo decennio sempre più prodotti, 50 miliardi di dispositivi secondo Cisco, saranno connessi a Internet e connessi tra di loro. E con questo intendo prodotti quali vestiti, accessori, frigoriferi e persino spazzolini da denti e valigie da viaggio".
Non basta? Negli scali di Heathrow e Francoforte sono stati installati gli iQueue, dispositivi che attraverso i segnali Bluetooth di smartphone e tablet gestiscono i flussi di traffico e minimizzano le attese agli imbarchi. Il risultato? Secondo Greg Fordham, managing director di Airbiz, "tra cinque anni non ci sarà bisogno di un solo uomo all'interno dei terminal. Un percorso interamente automatizzato potrà essere completamente gestito in autonomia dal viaggiatore, mentre un team qualificato di assistenza aeroportuale sarà a disposizione di chi avrà bisogno". Poco credibile? Conviene essere fiduciosi: molte di queste tecnologie -dallo scanner biometrico al check-in self service per tutti fino all'imbarco via telefono o all'acquisto in differita - sono già state programmate per essere utilizzate nel nuovo terminal T4 del Changi Airport di Singapore, operativo fra tre anni. Insomma, non si tratta di sogni cinematografici.