Anas avvia in Sardegna i primi test per la guida autonoma su strada
L'intervista di Nicoletta Cottone sul Sole 24 Ore all’AD di Anas sull’impegno dell’azienda nelle Smart road




La guida dei veicoli sarà sempre più smart e autonoma. E le strade sempre più interconnesse, intelligenti e intermodali. Mentre aumentano le tecnologie digitali a bordo dei veicoli, è andata in scena la prima sperimentazione di guida autonoma su strada di Anas e VisLab Ambarella. Teatro la strada statale 199, la Sassari-Olbia, in Sardegna, su una tratta di sette chilometri di prossima apertura al traffico. Un tassello del progetto di Smart mobility di Anas che parte dalla realizzazione di Smart Road, perché la guida autonomà ha bisogno di una infrastruttura tecnologicamente avanzata.
«Puntiamo alla creazione del più grande laboratorio europeo di mobilità tecnologica - spiega Massimo Simonini, ad di Anas - a partire dalla realizzazione di smart road, con un investimento iniziale di 250 milioni di euro, che salirà a un miliardo. Strade sostenibili, progettate per le sfide del futuro, dall'alimentazione elettrica alla guida assistita, a quella autonoma». Il progetto ha avuto anche i contributi europei del Pon Infrastrutture e reti 2014-2020.
Obiettivo, spiega Simonini, intercettare il mercato europeo della guida autonoma stimato da P&S Intelligence in 191,6 miliardi di euro nel 2030, con un tasso di crescita del 184 per cento. «Si calcola che entro il 2030 in Europa potrebbero circolare oltre 4 milioni di veicoli senza conducente - evidenzia Simonini - tanto che tutti i carmakers sono impegnati nello sviluppo di veicoli a guida autonoma». Il primo step delle smart road targate Anas riguarda assi strategici del paese, dalla A19 Palermo-Catania alla A2 del Mediterraneo, dalla Orte-Mestre (E45-E55) alla statale 51 di Alemagna in Veneto, alla tangenziale di Catania in Sicilia, fino al Grande raccordo di Roma e alla A91 Roma-Aeroporto di Fiumicino.
«Obiettivo - spiega Simonini - la riduzione dell'incidentalità, più comfort di viaggio, il miglioramento delle condizioni di traffico, fino al controllo di eventi straordinari di criticità». Il tutto pensato per porre le basi per una graduale circolazione dei veicoli a guida autonoma. Il via libera alle smart road e alla sperimentazione su strada dei veicoli a guida autonoma è arrivata con il decreto Infrastrutture 28 febbraio 2020.
«La smart road è considerata - dice l'ad di Anas - l'ambiente migliore per ospitare le auto a guida autonoma, perché la strada digitale è in grado di fornire al veicolo informazioni preziose per la sicurezza e il comfort di guida». Sulle strade del futuro sono anche previste delle Green islands, aree dislocate lungo le Smart road progettate per ospitare tutte quelle infrastrutture utili alla mobilità elettrica: erogazione di energia elettrica, produzione di energia col fotovoltaico o con l'eolico, produzione e distribuzione di combustibili quando saranno maturi, come l'idrogeno.
La sperimentazione della guida autonoma è al livello 3: l'auto gestisce la guida in condizioni ordinarie, accelerando, frenando e dando la direzione alla vettura. Il guidatore interviene solo in caso di problemi. La completa automazione nel 2030 centrando l'obiettivo del livello 5, quello di completa automazione. «Noi lavoriamo sull'intelligenza a bordo veicolo - spiega Alberto Broggi, general manager VisLab -, facciamo in modo che abbia capacità percettive e decisionali in autonomo. Abbiamo fatto test di velocità. I veicoli erano lanciati a 130 km/h e dovevano sorpassarsi l'un l'altro». Su una strada normale un'auto a guida autonoma percepisce fino a 70 metri oltre la posizione in cui si trova, mentre su una smart road potrà vedere l'intera strada che ha davanti, sviluppando ulteriormente gli standard di sicurezza.