Anziani al volante, come garantire una maggiore sicurezza
La tecnologia a bordo auto può fornire una valida assistenza e supplire qualche carenza
Roma, 7 dicembre 2015 – Aumenta il numero dei conducenti anziani. E’ opportuno, quindi, affrontare le questioni attinenti al loro essere automobilisti. Anche perché le statistiche dicono che il tasso d’incidenti mortali che coinvolge le persone di età superiore a settantacinque anni è cinque volte maggiore alla media generale.
Questo perché (ahinoi) le capacità fisiche, con il trascorrere degli anni, si riducono. Diminuiscono, ad esempio, la vista e l’udito; si hanno tempi di reazione più lunghi in caso di emergenze. I nonni driver sono più “vulnerabili”, dunque.
Le innovazioni tecnologiche potrebbero, almeno in parte, supplire alle carenze realizzando (ci riferiamo al settore automotive) sistemi di assistenza a bordo che avvisino, con un cicalino o un led lampeggiante, quando si è troppo prossimi a un altro veicolo o si oltrepassa la striscia orizzontale della propria corsia di marcia.
Accorgimenti smart, che potrebbero fare la differenza.
La nostra riflessione prende il “la” da quanto suggerito dalla “Association of Retired Persons”, la più grande associazione americana di pensionati. Telecamera con vista a 360 gradi, assistente per l'angolo cieco, frenata automatica di emergenza e la chiamata automatizzata in caso d’incidente sono solo alcuni degli equipaggiamenti che, sostengono, dovrebbero essere presenti sulle car degli ultracinquantenni.
Per la maggior parte delle persone attempate, d’altronde, l’utilizzo della vettura è correlato al mantenere una certa autonomia nello svolgimento delle attività quotidiane: il recarsi a fare la spesa e dal medico, raggiungere la chiesa o un parco pubblico e altro ancora. L’alternativa del ricorso ai mezzi di trasporto pubblico o a un familiare disponibile non è sempre praticabile, d’altronde.
Molte “pantere grigie”, lo rilevano le statistiche, evitano di guidare nelle ore di punta, preferiscono i percorsi più brevi e cercano di non essere al volante nelle ore notturne. Gli anziani, va sottolineato, sono molto prudenti. Molto di più dei giovani. Tuttavia, per chilometro di guida, hanno una più elevata incidenza di sanzioni e d’incidenti rispetto agli altri gruppi d’età sopra i venticinque anni. I tassi di collisione per chilometro di guida aumentano dopo i settanta anni e, più rapidamente, dopo gli ottanta. E, se coinvolti in sinistri, hanno prognosi peggiori rispetto a quanti hanno meno primavere sulle spalle.
Uno studio dell’Asaps (Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale) ha fotografato molti di questi aspetti, proponendo delle soluzioni. Una delle ipotesi è che il rinnovo della patente, dopo una certa età, sia subordinato anche a “limiti temporali e/o geografici”. Tipo: il non guidare di notte; il non guidare determinate categorie di veicoli; il non guidare sulle autostrade, ma poterlo fare solo in un ambito comunale e provinciale che corrisponda a tratte conosciute dall’interessato. Proposta che si può condividere o no.
Che ha il merito, comunque, di avere posto all’attenzione dei decisori politici, dei mass-media e dell’opinione pubblica, un tema di ragguardevole attualità.