Anziani al volante, come garantire una maggiore sicurezza
La tecnologia può fornire una valida assistenza con dispositivi finalizzati alla terza età
Roma, 9 novembre 2015 - Aumenta il numero dei conducenti anziani. Ed è destinato a crescere ancora, e non solo nel nostro Paese. E’ opportuno, quindi, affrontare le questioni che li riguardano, nella veste di fruitori della strada, perché le statistiche dicono che il tasso d’incidenti mortali che coinvolgono le persone di età superiore a 75 anni è cinque volte maggiore alla media dei conducenti in generale. Il doppio per quanto riguarda le lesioni.
Come si può immaginare, le capacità fisiche, con il trascorrere degli anni, si riducono rispetto a chi ha meno primavere sulle spalle. Diminuiscono, ad esempio, la vista e l’udito; si hanno tempi di reazione più lunghi in caso di emergenze. Magari, lo auspicano in parecchi, per guidatori con i capelli bianchi si potrebbero realizzare appositi sistemi di assistenza a bordo auto per avvisarli in caso di situazioni “a rischio”. Accorgimenti tecnologici che potrebbero fare la differenza e sui quali il settore automotive è già impegnato.
Una riflessione, la nostra, che scaturisce pure da quanto dichiarato, di recente, dalla "Association of Retired Persons", la più grande associazione americana di pensionati. Telecamera con vista a 360 gradi, assistente per l'angolo cieco e la frenata automatica di emergenza, chiamata automatica in caso d’incidente, sostengono, sono alcuni degli equipaggiamenti che non dovrebbero mancare sulle auto guidate da ultracinquantenni. Suggerimenti che fanno seguito a uno studio dell'"Insurance Institute for Highway Safety", ente americano per la sicurezza stradale, secondo cui il numero di automobilisti anziani sulle roads degli Stati Uniti passerà dai 30,1 milioni del 2013 ai 43,7 milioni del 2030. E’ appena il caso di rammentare che per molti di costoro il condurre un veicolo è determinata da piccole incombenze quotidiane: fare la spesa, raggiungere lo studio medico, andare a trovare un amico e altro. In questo impegno c'è (pure) la volontà di non "pesare" su familiari e/o parenti. O di evitare di ricorrere a un sistema di trasporto pubblico che, a volte, desta qualche perplessità.
Il rendere le città sempre più rispondente ai bisogni delle “pantere grigie”, può, in prospettiva, consentirgli di lasciare l’automobile in garage.