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Briciole di pane

Driverless car, una guida eticamente corretta

Si amplia il dibattito sull'intelligenza artificiale e il suo utilizzo

Robotizzati. Informatizzati quanto basta. Connessi o disconnessi, a seconda del nostro essere (facile ironia, a parte). Lo smartphone, moderna lampada di Aladino, brandito come una sorta di chiave d’acceso a chissà quale universo virtuale.

 

A caratterizzare tempi contrassegnati da repentini cambiamenti c’è pure l’automobile, proiettata nella sua versione 4.0. Sempre più intelligente (smart), dialogante con gli altri veicoli e la pavimentazione, dotata di dettagliate e aggiornate mappe del territorio. Impossibile perdersi, ovunque ci si trovi. E le strade? Sempre meglio, almeno in prospettiva. Saranno dotate di sofisticate infrastrutture tecnologiche di ultima generazione e wireless: wi-fi in motion, connessioni V2V (Vehicle to Vehicle) e V2I (Vehicle to Infrastructure), droni che sorvegliano dall’alto la fluidità della circolazione o ispezionano viadotti e gallerie.

 

La beneamata car, rassegniamoci, non è più, nell’immaginario collettivo, un semplice mezzo di trasporto, magari da personalizzare. Trattasi, a ben guardare, di un gioiellino ipertecnologico che  non dobbiamo nemmeno prenderci la briga, o la responsabilità (a seconda dell’angolo di visuale), di guidare. Ma le driverless car sulla base di quali presupposti, etici e tecnologici, decideranno per noi? Tema complesso, dalle variegate sfaccettature. E, multidisciplinare. Ci si interroga sugli scenari che da fronteggiare quando migreremo dai veicoli tradizionali a quelli a guida autonoma. Non si tratta di disquisizioni puramente accademiche, siamo oltre. Perché un’intelligenza artificiale che sostituisce quella umana pone, inevitabili, questioni etiche. Quando si parla di intelligenza artificiale ci si riferisce, sostanzialmente, agli algoritmi. Sono, semplificando, procedimenti idonei a risolvere un problema più o meno difficile. Dalla loro complessità, dalle sequenze dei processi che ne conseguono, ne deriva una Artificial Intelligence più o meno evoluta.

 

Quali saranno le priorità (morali) della macchina nel momento in cui dovrà fronteggiare situazioni di difficoltà o emergenza? Interessante, in tal senso, lo studio pubblicato da un team dell’Istituto di Scienze Cognitive dell’Università di Osnabrück, in Germania, sulla rivista “Frontiers in Behavioral Neuroscience”, dal titolo: “Autonomous vehicles require socio-Political acceptance-An empirical and philosophical perspective on the problem of moral decision making“. Un esperimento ha provato che i singoli al volante, a fronte di un incidente disastroso per la propria incolumità o l’investimento di persone, scelgono di sacrificarsi. Con percentuali molto alte. C’è un comportamento istintivo, connaturato al nostro essere, quindi, che bypassa e surclassa l’algoritmo. Quest’ultimo, razionalmente e asetticamente, stabilisce in un nanosecondo la scelta “migliore”. Ma, è sempre così?

Carlo Argeni