In Giappone parte il progetto dell’autostrada a nastro per il trasporto merci
La carenza di autotrasportatori ha spinto il Ministero ad autorizzare la sperimentazione della cosiddetta "autoflow road". Al via i test nel 2027, sarà lunga oltre 50 km


È capitato spesso, a tutti noi, di utilizzare negli aeroporti, nelle stazioni oppure nei grandi centri commerciali quel tappeto scorrevole che trasporta persone e bagagli. Proviamo ad immaginarlo con le dimensioni di un'autostrada. Ebbene si, è una cosa possibile perché in Giappone è partito il progetto della cosiddetta “autostrada a nastro”.
L'idea nasce soprattutto per affrontare la carenza di autotrasportatori, a causa dell’invecchiamento demografico e delle nuove normative che hanno ridotto la forza lavoro, in un momento di crescente domanda nel settore logistico. Una necessità che ha spinto il Ministero delle Infrastrutture, dei Trasporti e del Turismo del Paese del Sol Levante, ad autorizzare l’autoflow road (strada a scorrimento automatico), una singolare infrastruttura che unirà i vantaggi della guida autonoma alla mobilità elettrica.
Il progetto pilota prevede la realizzazione di tre corsie autonome che attraversano, parallelamente all’autostrada principale, il tratto tra Tokyo a Osaka, due importantissime città in Giappone. Si tratta di corridoi che funzioneranno 24 ore su 24, per una lunghezza di oltre 500 km, sfruttando un sistema completamente automatizzato e senza la presenza di dipendenti o vigilanza.
L'obiettivo del Ministero giapponese è quello di “creare uno spazio dedicato alla logistica attraverso un metodo di trasporto innovativo e sostenibile e capace di sostituire circa 28mila camion al giorno”. Non si tratta di un semplice nastro trasportatore: il corridoio avrà una struttura a tunnel separata, dove veicoli autonomi, simili a scatole su ruote, trasporteranno le merci. Sembra fantascienza ma al momento tutti si mostrano ottimisti sulla concretizzazione del progetto . La fase iniziale coprirà un tratto di 100 chilometri in aree ad alta densità di traffico. I test prenderanno il via nel 2027, con l’obiettivo di rendere operativa la rete entro un decennio. Una volta completata, questa tecnologia sarà in grado di trasportare fino a 140.000 tonnellate di merci al giorno, contribuendo a ridurre significativamente le emissioni di carbonio. L'obiettivo successivo è quello di estendere l’autoflow road ad altre autostrade in Giappone, diventando di fatto un modello pionieristico per la logistica sostenibile.
I contenitori automatizzati (180 cm di altezza, 110 di larghezza e 110 di lunghezza) viaggeranno a una velocità costante di 30 km/h, ma senza nessun ostacolo o rallentamento lungo il percorso e soprattutto senza inquinamento. Anche il carico e lo scarico delle merci saranno completamente automatizzati, grazie a macchinari robotici situati all’inizio e alla fine del percorso.
La lungimiranza del Giappone nel progresso tecnologico non è nuova. Intorno a questo progetto c'è un clima di ottimismo, ma nasce soprattutto da una concreta necessità per la graduale riduzione di autisti negli ultimi anni e considerando che i camion trasportano circa il 90% delle merci giapponesi.
Durante la pandemia è aumentata la domanda di consegne per gli acquisti online con una crescita dal 40% al 60% degli utenti. Negli ultimi anni, anche a causa di numerose ore di lavoro a bordo dei camion, si registrano circa 1000 vittime annuali dovute agli incidenti dei mezzi pesanti. La situazione è migliorata rispetto ai quasi 2.000 morti nel 2010, ma la Trucking Association, che raggruppa circa 400 aziende e organizzazioni di autotrasporto nella nazione, ha chiesto maggiore sicurezza nel processo di consegne.