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Briciole di pane

Hacking, la manipolazione dei sistemi informatici è un rischio reale

Gli hacker sono in grado di mettere in crisi Smart city e driverless-car

Gli hacker sono in grado di attaccare i sistemi informatici e di fare danni incalcolabili. Possono “sballare” i motori di ricerca, mettere le mani sugli algoritmi dei social media, distruggere la reputazione dei siti web. Questo è solo uno spaccato del campo di azione dei cyber-criminali. Si pensi a quei sistemi che svolgono funzioni predittive: manomessi gli algoritmi i dati in output non hanno più alcuna attendibilità.

 

La natura dell’hacking ricomprende le attività collegate a quasi tutti gli attacchi di malware ai sistemi pubblici e privati. Si utilizzano virus, trojan, worm, rootkit, eccetera. Gli hacker dei devices utilizzano le tecniche più disparate per l'accesso agli smartphone. Sono in grado di controllare, senza il permesso del proprietario, il microfono e la telecamera, ascoltare le telefonate, leggere sms ed e-mail. I sistemi di protezione delle reti sono costantemente messi alla prova da malintenzionati in grado di porre in essere truffe telematiche di ogni genere. Si pensi, per dirne una, ai messaggi di spear phishing (si utilizzano le e-mail tramite per ottenere l' accesso, non autorizzato, ai dati sensibili) mirati a gruppi o singole persone. Si pensi ancora a cosa accadrebbe a seguito dell’alterazione di algoritmi della IA (Artificial Intelligence) nelle Smart city. Si metterebbe in crisi il sistema dei trasporti e non solo. Un attacco hacker alle driverless-car paralizzerebbe un'intera città. Basterebbe colpirne solo il 20% (fonte: Skanda Vivek/Georgia Tech). Le tecnologie, pure le più perfette e raffinate, possono presentare elementi di vulnerabilità, bug (identifica un errore nella scrittura del codice sorgente di un programma). Gli hacker potrebbero progettare attacchi simultanei su più città e mandare in tilt tutto quello che, connesso, ruota attorno ad essa.

Chi progetta il futuro tende a sviluppare sempre di più l’intelligenza artificiale, che per il momento si basa soltanto su alcune delle funzioni cognitive umane. Ma non bisogna dimenticare che c’è sempre qualcun altro che opera per sabotare tutto questo. Con lo scopo, evidentemente, di trarne un qualche vantaggio.

Carlo Argeni