L'Aquila diventerà una "smart city"?
Presentato dall'Ocse un progetto di ricostruzione eco-sostenibile
Lo studio dell’OCSE, finanziato con i contributi di Confindustria e dei sindacati confederali, presenta una diagnosi impietosa di quanto è stato fatto finora. “L’attuale situazione dell’Aquila in materia di ricostruzione sembra riflettere un approccio frammentato, scoordinato, individualistico, con prospettive di breve termine”. La ricostruzione della città non è in effetti mai iniziata. Il precedente Governo Berlusconi ha gestito l’emergenza e si è adoperato, con la Protezione civile, a dare un tetto alle decine di migliaia di sfollati accampati nelle tende o sistemati negli alberghi sulla costa. E’ riuscito a costruire a tempo di record centinaia di palazzine prefabbricate, fuori dalla città e a dotarle dei servizi essenziali, in cui hanno trovato un’ accoglienza confortevole ma provvisoria quasi tutte le famiglie che avevano perso la casa. La città vera e propria è rimasta com’era: solo i monumenti più importanti sono stati preservati con impalcature di tubi, mentre milioni di tonnellate di macerie ingombrano ancora le strade.
L’idea di una smart city proposta dall’OCSE è l’esatto opposto di quello che si era fatto finora e si aveva intenzione di fare, cioè “ricostruire il più gran numero di edifici così com’erano e dove erano prima del terremoto del 2009”. Una simile scelta significa non guardare al futuro e perdere una storica occasione. L’alternativa proposta è prima di tutto metodologica: “decidere prima quello che si vuole diventare e ricostruire in un secondo tempo in funzione di queste decisioni”. Secondo il documento dell’OCSE bisognerebbe “adottare una nuova visione” e cioè “spostare il centro dell’attenzione dalla ricostruzione fisica allo sviluppo economico e sociale; passare dal breve termine al medio-lungo termine; da un approccio frammentato a uno socialmente integrato; da una prospettiva locale a una più vasta nazionale e internazionale”.
L’idea dell’OCSE è quella di una città intelligente legata al territorio, “con luoghi di lavoro moderni, creativi, flessibili, adatti ai nuovi modelli di business”, banda larga e Internet, con edifici intelligenti costruiti con nuovi materiali, che adottino le tecnologie per essere autosufficienti dal punto di vista energetico e producano a loro volta energia, con trasporti leggeri e non inquinanti, con un ciclo di raccolta e smaltimento dei rifiuti efficiente e sostenibile. L’Aquila deve tornare ad essere una città universitaria, centro di attività culturali a misura dell’uomo. Secondo molti una utopia, secondo altri un’opportunità.
La svolta è avvenuta con la nomina nel gennaio scorso del ministro Fabrizio Barca come “inviato speciale” del Governo per la ricostruzione. Come scrive un quotidiano abruzzese: “In principio fu il silenzio assordante del Governo Monti sul terremoto e i terremotati. Poi a fine anno il primo summit a Roma e successivamente la nomina del Ministro della Coesione territoriale Fabrizio Barca come referente del governo per la gestione della ricostruzione.” Nel corso delle sue visite all’Aquila, Barca oltre a incontrare i vertici istituzionali come il presidente della Regione Chiodi, che è anche commissario governativo per la ricostruzione, il sindaco dell’Aquila Cialente, ha intercettato un gruppo di architetti aquilani che aveva elaborato progetti innovativi, vicini all’idea della “smart city”.
Una idea su cui in Europa si lavora e si progetta da tempo in quanto le città europee di media grandezza devono affrontare la sfida di essere contemporaneamente competitive e avere uno sviluppo urbano sostenibile, per attrarre nuovi abitanti e convincere la popolazione a rimanere e a non fuggire verso le metropoli. In cambio devono offrire una qualità della vita eccellente, fatta di abitazioni confortevoli e a basso costo, un’economia dinamica basata sui servizi, un contesto sociale e culturale accattivante. Per essere una “smart city model” bisogna avere dei requisiti e rispondere ad una serie di criteri e indicatori a ognuno dei quali è associato un punteggio. Fra tutte le medie città europee ne sono state selezionate 70 che rappresentano il top della qualità della vita. Il ranking vede al primo posto la capitale del Lussemburgo e ai primi 20 posti tutte città della Danimarca, Finlandia, Olanda, Austria, Slovenia, Svezia. La prima città italiana è Trento al 45° posto, seguita da Trieste al 49°, Ancona al 50° e Perugia al 51°.
Tornando all’Aquila, il presidente Monti nel suo intervento al Forum ha detto che: “la sfida è collettiva, spetta agli Enti locali la strategia dello sviluppo con fiducia reciproca e un comune sentire. Il governo accompagnerà il processo, favorendo in modo costruttivo la ricostruzione”. Il ministro Barca, dal canto suo, in una riunione con i sindaci del “cratere” (l’area interessata al terremoto), ha detto che “semplificazione, rigore e trasparenza sono le parole chiave per garantire una ricostruzione veloce e di qualità”.
La prima semplificazione riguarda la “struttura commissariale” con la soppressione della Struttura per la gestione dell’emergenza (SGE) in cui sono occupate 58 persone e l’eliminazione dei due vice commissari. Verrà inoltre soppresso il consulente legislativo; il comitato scientifico verrà ridotto, saranno istituiti uffici tecnici comprensoriali per l’esame delle pratiche dei Comuni. Il riordino della governance della ricostruzione non solo riduce i costi, ma snellisce le procedure e accorcia i tempi delle decisioni”. “Il rigore è importante – ha spiegato Barca – perché l’Italia ha investito tanto; per la ricostruzione sono già stati erogati 2 miliardi di E , altri 5,7 miliardi sono stanziati e sono in arrivo”.
Per garantire una gestione corretta di questi fondi verranno adottate 3 decisioni: 1) l’istituzione presso la prefettura di un albo delle ditte che intendano partecipare alle gare; 2) nell’affidamento dei lavori bisognerà scegliere fra almeno 5 alternative; 3) garantire che i lavori siano eseguiti nei tempi stabiliti, prevedendo sanzioni per chi ritarda”. Infine Braca ha detto che tutti i dati e le cifre saranno sul web per rafforzare la comunicazione con i cittadini e dare a tutti la possibilità di controllare.
Anche in questo caso il Governo tecnico ha dimostrato di avere le idee chiare e sapere come muoversi.