Flash news Infrastrutture:
 
 

Briciole di pane

L'auto che guida da sola è pronta a diventare realtà

In avanzato stadio di sviluppo un sistema di Audi che controlla la vettura fino a 60 chilometri orari

Milano, 19 marzo 2013 – L’auto che si guida da sola esiste, non è una chimera ma un modello che viaggia sulle strade del Nevada. Ha addirittura una targa: AU007, applicata a bordo di una Audi A6 che abbiamo provato su strada e procede da sola in condizioni di traffico intenso. E poi ce n'è un'altra che opera in totale autonomia, questa volta prodotta da Toyota.
Entrambi sono funzionanti e girano per strada, la prima è già potenzialmente omologabile, quantomeno negli Stati Uniti, la seconda è un esperimento, anzi un laboratorio su quattro ruote. Si tratta, per precisione, della Lexus LS 460 denominato per la precisione Advanced Active Safety Search; monta sul tetto e al posto della griglia anteriore un complesso meccanismo di telecamere, sensori laser e rilevatori di varia natura che gli permettono di procedere in totale autonomia.
Senza intervento del guidatore, dal canto suo Audi sta progettando un simile sistema ma miniaturizzato. Entrambi prendono le mosse dall'idea di Google di realizzare un veicolo capace di portare a destinazione senza intervento dei passeggeri.
L'A6 targata AU007 ha un significato: è il settimo veicolo «self driving car», cioè che si guida da solo, le altre sei targhe sono applicate a macchine di Google. Il funzionamento dell'Audi immatricolata è il primo passo nel grande progetto dell'intera industria di realizzare veicoli autonomi. La Lexus è l'obiettivo da raggiungere nella prossima decade.
L'A6, dal canto suo, adotta un sistema Acc (Adaptive Cruise Control, già disponibile e che gestisce accelerazioni e frenate automatiche in base al traffico) opportunamente esteso per arrivare al piloted driving.
Cioè con velocità fino a 60 chilometri orari è possibile lasciare il controllo completo del veicolo alla centralina elettronica, capace ora di comandare anche il volante, perché l'auto provvede a sterzare in autonomia seguendo il flusso del traffico.
Proprio questa condizione particolarmente stressante e stancante è quella ideale in cui utilizzare la guida automatica, tanto che il cruscotto dell'auto propone in determinate condizioni, quando cioè si rende conto che si viaggia a bassa velocità e c'è congestione stradale, di incaricarsi di attivare il pilota automatico. Funziona davvero e con un elevato grado di precisione, grazie anche ai numerosi sensori disposti in auto, peraltro non molto diversi da quelli attuali.
Nello specifico sul frontale è inserito un sistema laser che opera con apertura di 140 gradi e fino a 80 metri per controllare la strada e gestire accelerazione e frenate; inoltre sono presi in considerazione le corsie per mantenere la giusta traiettoria.
Infine un sensore ottico controlla il guidatore affinché la soglia di attenzione non cali: alla fine il piloted driving può essere disattivato in ogni momento riprendendo il controllo, e non può essere altrimenti perché è una soluzione per rendere più confortevole alcune situazioni di viaggio. Lo scopo è migliorare la sicurezza e ridurre le situazioni di pericolo; ma anche ridurre i costi a 360 gradi.
Un'analisi approfondita delle possibili implicazioni della self driving car dimostra che permette di ottenere risparmi su benzina, numero di incidenti e tempi sottratti alla produttività lavorativa, almeno secondo la ricerca condotta da Forbes. L'autorevole testata ne è certa: la tecnologia driverless potrebbe salvare milioni di vite umane, ridurre l'incidenza delle lesioni e quindi far risparmiare miliardi di dollari di spese.
In Google sono convinti che si potrebbero ridurre del 90% gli incidenti nel traffico, della stessa percentuale il tempo per i trasferimenti dei pendolari e dei consumi di energia e sempre del 90% il numero dei veicoli circolanti.
E se i grandi produttori si stanno cimentando, anche Bmw con la sua impostazione, c'è chi prosegue per una strada indipendente così da realizzare un sistema standard. Stiamo parlando di Bosch, che sta sperimentando un prototipo d'auto a guida autonoma.
L'idea è sviluppare tutti i componenti necessari per realizzare il veicolo autonomo. Il primo modulo, previsto per il 2014, è il Traffic Jam Assistant, destinato a rendere meno difficile la marcia in coda attraverso sensori e telecamere che gestiscano frenate e ripartenze fino a circa 50 chilometri orari.
Bosch lavora su più fronti, compresa una piattaforma che permetta di interfacciare le informazioni raccolte dai cruscotti multimediali di nuova generazione, come per esempio l'infotraffico, con la centralina del veicolo, al fine di ottimizzare il viaggio, rigorosamente portato a termine dall'auto in modo indipendente.
Progetti ambiziosi e che aprono nuovi scenari sulle quattro ruote ma che rischiano di rimanere su carta se non si trova, e in fretta, una soluzione alle questioni legali legate al codice della strada e alle inevitabili implicazioni di responsabilità e normative che un veicolo automatico, anche se solo in parte, genera.

Luca Figini (Il Sole 24 Ore - Rapporti24/Impresa)