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Briciole di pane

L'informatica al servizio della legalità e della sicurezza su strada

Iniziative per contrastare il fenomeno delle polizze assicurative false

Roma, 20 maggio 2013 - Per debellare il preoccupante fenomeno delle polizze assicurative auto false, e connessi tagliandi falsificati o contraffatti, un contributo importante arriverà dalla tecnologia. Procede, infatti, a ritmo spedito l’introduzione del cosiddetto tagliando assicurativo elettronico, stabilita nelle linee generali dal Decreto liberalizzazioni del 2012 (art. 31 D.L. 1/2012, convertito, con modificazioni, dalla Legge 27/2012).
A febbraio 2013, il Consiglio di Stato ha espresso parere positivo sulla bozza dell’apposito Regolamento attuativo, predisposta dal Ministero dello Sviluppo Economico di concerto con il Ministero per le Infrastrutture e i Trasporti. A regime, si tratterà di una vera rivoluzione. La dematerializzazione dei contrassegni, destinati a essere sostituiti da sistemi elettronici o telematici, si accompagnerà con la realizzazione di una banca dati alimentata dalle informazioni contenute negli archivi della Motorizzazione e dai dati forniti, gratuitamente, dalle imprese assicuratrici circa le polizze stipulate. L’obiettivo è avere il controllo di tutte le coperture rc auto in via telematica e in tempo reale. E non basta: la legge già prevede l’associazione della banca dati, a fini di verifica, con i dispositivi, le apparecchiature e i mezzi tecnici di controllo e rilevamento a distanza delle violazioni approvati o omologati ai sensi del vigente Codice della Strada. In pratica, per esempio, le telecamere dei varchi per la Ztl (zona a traffico limitato) potranno accertare pure se il veicolo ha copertura assicurativa o no. Facendo scattare, nel secondo caso, le sanzioni al riguardo previste.
Che dire di tutto questo? Senza dubbio, merita apprezzamento ogni azione di contrasto all’evasione dell’obbligo assicurativo. Sulle strade italiane (dati ACI 2012) si stima che viaggino 3,5 milioni di veicoli privi di regolare polizza. Qualcosa come il 7% dell’intero parco circolante. Fenomeno dai risvolti allarmanti anche sul piano sociale, perché essere danneggiati da un veicolo non assicurato comporta per la vittima, nella migliore delle ipotesi, in aggiunta a tutte le altre sofferenze fisiche e psicologiche, un tortuoso procedimento presso il Fondo di Garanzia per le vittime della strada. Neppure va visto con preoccupazione l’enorme aumento di attività sanzionatoria “automatizzata” che si prospetta. D’altronde, il comune sentire accetta senza difficoltà che sia un occhio elettronico, e non umano, a rilevare un’infrazione di guida, quale un eccesso di velocità o un sorpasso vietato. Gli standard tecnologici offrono massima garanzia di affidabilità in tal senso. A maggior ragione, sarà percepita come assolutamente “normale” l’elevazione automatizzata di sanzione quando la violazione non coinvolge comportamenti particolari manifestati al volante ma consiste nel puro e semplice fatto di circolare (circolare, cioè, con un veicolo giuridicamente inidoneo a farlo. Per esempio: perché non assicurato).
Piuttosto, non ci si può esimere dal prospettare una riflessione di più ampio raggio. Nella materia in questione, invero, l’iter normativo e amministrativo volto alla cosiddetta dematerializzazione sembrerebbe avanzare in maniera piuttosto spedita anche perché all’interesse pubblico, che è primario e indiscutibile, a non avere su strada veicoli privi di copertura assicurativa si affianca un parallelo interesse privato: quello delle compagnie assicuratrici che, comprensibilmente, vogliono che tutti paghino le polizze e che nessuno ponga in essere comportamenti fraudolenti. Ben minore celerità si registra, invece, quando l’interesse sottostante è solo e soltanto pubblico. Si prenda il caso, per certi versi analogo, di quei veicoli (mezzi d’opera) che, per la loro massa non ordinaria, potrebbero circolare solo previo versamento di un importo forfettario, spettante agli Enti proprietari della strada e da destinare a esclusiva copertura delle spese per le opere connesse al rinforzo, all’adeguamento e all’usura delle infrastrutture. Settore difficilmente controllabile nel quale l’evasione risulta, comunque, assai alta. Settore che, inoltre, dovrebbe fornire risorse da dedicare tutte, direttamente, alle manutenzioni stradali: ossia per una finalità che, proprio come le assicurazioni, attiene alla sicurezza di tutti. ANAS Spa ha più volte chiesto, in diverse sedi istituzionali, un’informatizzazione di quei pagamenti, connessa a un’accresciuta capacità di controllo tramite strumentazioni elettroniche. Ma con esiti, finora, inconsistenti.
 

Carlo Sgandurra