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Briciole di pane

Mobility revolution nelle città 2.0

Smart city e Smart car in un mondo sempre più tecnologico

Roma, 23 novembre 2015 - Buona la prima. Ma anche la seconda, la terza, la quarta, la quinta e via di seguito.

Sia ben chiaro: nulla a che vedere con set cinematografici & affini. Parliamo di mobilità. Anzi: di Smart mobility. Meglio ancora: di “Smart Mobility World”.

Perché, pure se la manifestazione tenutasi nei giorni scorsi all’autodromo di Monza ha chiuso i battenti, le indicazioni venute dal seguitissimo evento sono stuzzicanti per quanti si occupano di viabilità e dintorni. La kermesse ha contato oltre 200 relatori, 2.000 test drive e un importante numero di visitatori.

Molte le good news nelle quali la protagonista è stata (ed è) l’automobile. Vetture connesse che colloquiano con la strada, “intelligenti”, possibilmente alimentate con carburanti alternativi. Siamo proiettati verso una nuova concezione della mobilità. Roads 2.0, per dirla con un lessico internettiano. Tutto è in continuo divenire.

Le macchine fanno incetta di tecnologia, di utili app, la sicurezza è sempre più attiva e passiva, abbondano i sensori. Naturalmente, le Smart car e la Smart mobility trovano la loro collocazione ideale, neanche a dirlo, nelle Smart cities. Metropoli del Belpaese nelle quali si annunciano investimenti (potenziali) per miliardi di euro. Una montagna di soldi. Ma sulle cifre effettive il confronto è aperto. Un recente rapporto dell’”Energy Strategy Group” del Politecnico di Milano stima che il volume degli investimenti relativo alle “Città intelligenti” si attesti sui 10 miliardi di euro, avendo come orizzonte il 2020.

Riguardo alla circolazione stradale, le soluzioni in itinere sono innovative e sostenibili. I veicoli, come dicevano, saranno meno inquinanti se non, in prospettiva, elettrici, si svilupperà il car sharing e forme di trasporto collettivo, lo smart parking, i servizi digitali, il mobile payment, l’e-ticketing, l’infomobilità, l’accesso smart ai centri urbani.

 

Di riflesso, rispetto a notevoli investimenti, economici e tecnologici, ci si aspetta una rilevante riduzione degli incidenti.Meno sinistri significa una diminuzione di morti e feriti. Si confida, inoltre, aspetto tutt’altro che secondario, anche nella guida accorta di chi è al volante. Perché, pur in mezzo a tanta modernità digitale, è bene rammentare che la "Città intelligente" la fa il cittadino smart.

Carlo Argeni