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Briciole di pane

Mose: primo test sul funzionamento delle paratoie

Alla bocca di porto tra il Lido e Treporti si sono sollevate quattro delle settantotto barriere mobili per la salvaguardia di Venezia

Venezia 14 ottobre 2013 – Sette minuti, questo è il tempo impiegato per riempire di aria compressa la prima paratoia e farla emergere dal mare di fronte ad una nutrita platea di autorità e giornalisti da tutto il mondo che, nello scorso fine settimana, ha potuto assistere al primo test sul funzionamento di quattro delle settantotto barriere mobili del Mose. La sintesi non rende onore alla straordinarietà dell’evento ed alla complessità di un’opera di grandissima ingegneria alla quale è affidato il compito di proteggere l’unicità e la magia di Venezia.

Quando i lavori saranno ultimati, in caso di necessità, in pochi minuti le barriere mobili, agganciate a cassoni in calcestruzzo adagiati sul fondo del mare, si alzeranno proteggendo così Venezia e la sua laguna dagli effetti delle maree.
 

 

Il Mose ha fatto discutere molto fin dalla sua ideazione negli anni ottanta, tra favorevoli e contrari alla realizzazione con le diverse posizioni a contendesi il consenso; l’intervento comunque è andato avanti con la prima pietra posta nel 2003 e da allora sono passati dieci anni di lavori per giungere allo stato attuale. Oggi, la sensazione è che con il test appena compiuto si sia giunti ad un punto di non ritorno per la realizzazione dell’opera che nel 2016, grazie ai fondi che dovrebbero trovare copertura nella Legge di Stabilità, dovrebbe essere completata ed entrare in funzione.
 

 

Quasi cinque miliardi e mezzo di euro il valore dell’investimento, il cui avanzamento lavori è giunto finora all’87% , ancora un miliardo di euro per il definitivo completamento. “L’opera è la testimonianza che 5,5 miliardi di euro non sono soldi dovuti ma un investimento per un patrimonio unico”- ha voluto precisare il Ministro Lupi – “obiettivo tassativo finire nel 2016, con la nuova Legge di Stabilità reintegreremo i 120 milioni di euro che vanno alla salvaguardia di Venezia, patrimonio universale, in più ci saranno altre risorse per andare avanti con i lavori per il termine della realizzazione”.
A fare gli onori di casa il Consorzio Venezia Nuova, con il suo presidente Mauro Fabris, che ha ribadito di essere in grado di portare a termine l’opera se lo Stato darà loro l’opportunità di continuare.
 

 

Tra le numerose autorità presenti all’evento il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia che concorda con il Ministro sulla necessità di una rapida conclusione dei lavori e sulla funzione di volando anticrisi di opere come questa che, secondo il Consorzio Venezia Nuova, ha dato lavoro a circa quattromila persone.
Per il sindaco della città, Giorgio Orsoni quello appena compiuto è un passaggio dal forte valore simbolico “per Venezia è certamente un momento di svolta – ha detto – quest’opera combierà in modo molto radicale il modo di approcciarsi alla città ed alla sua laguna che sono, è bene ricordarlo, una cosa sola. Il messaggio importante che va dato al mondo è che Venezia è una città viva e vitale, una città della contemporaneità”.
 

Luca Vettor