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Briciole di pane

A Parma debutta l'auto completamente automatizzata e senza conducente

Le moderne tecnologie al servizio anche della sicurezza stradale

Roma, 18 luglio 2013 - Un futuro che è sempre più presente. Tanto che ha fatto notizia, ma neppure troppo se vogliamo, vedere, nei giorni passati, una vettura senza conducente aggirarsi per le vie di Parma. In mezzo al traffico, oltretutto. La macchina, completamente automatizzata, si è quindi dovuta confrontare con le immancabili insidie della circolazione: semafori, attraversamenti pedonali, dossi, rotonde, parcheggi.

Il veicolo BRAiVE, così è stato denominato, ha affrontato un percorso misto extraurbano, tangenziale e urbano in completa autonomia. L'esperimento, realizzato dall'Università di Parma-Dipartimento ingegneria dell'Informazione, VisLab, e Diss (Centro universitario ricerca avanzata per la sicurezza stradale), e' stato possibile grazie alla collaborazione, tra gli altri, della Direzione Centrale della Motorizzazione Italiana, del Ministero dell'Interno-Polizia Stradale, dell’ANAS, del Comune di Parma e della Polizia Municipale.

La tecnologia e l’informatica hanno apportato non poche migliorie alla sicurezza, attiva e passiva, delle auto. Molti sistemi consentono addirittura un “dialogo” continuo tra l’infrastruttura e il veicolo. E’ un ininterrotto scambio di dati che permette una guida più attenta e consapevole. Sia in termini di sicurezza sia di confort del viaggio.

Pure le attività di prevenzione e repressione delle violazioni al Codice della Strada attingono alle opportunità delle nuove tecnologie. ANAS, gestore della viabilità nazionale, ad esempio, ha attivato il sistema di controllo, denominato Vergilius, che consente, in alcune tratte, di misurare la velocità media dei mezzi. Chi eccede è sanzionato. Macchine completamente robotizzate, ipotizziamo, non dovrebbero incorrere in comportamenti di guida errati.

Opportunamente programmate, garantirebbero una situazione di maggiore sicurezza ai milioni di abitanti di quelle "città lineari" che sono, in pratica, le strade. Si provi solo a immaginare quanti morti e feriti in meno si avrebbero. E di quanto diminuirebbe il costo sociale ed economico dovuto a lutti e invalidità. Ma, forse, stiamo anticipando troppo i tempi. Siamo alla “fantaviabilità”. Oppure no?

Carlo Sgandurra