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Briciole di pane

Pattuglie della Polstrada, Autovelox, Telelaser, Tutor e Vergilius

Roma 28 agosto 2013 - E’ un’azione di contrasto che non conosce soste. Perché sono ancora molti, troppi, quelli che si ostinano a non rispettare il Codice della strada. E il buonsenso. Con i risultati che rilanciano, con cadenza quotidiana, gli organi d’informazione. Vite e famiglie distrutte perché chi era alla guida di un veicolo è andato ben oltre la soglia del consentito. L’azione, sempre più mirata e incisiva, delle Forze dell’Ordine e degli Enti che si occupano della gestione delle strade è improntata al continuo presidio delle arterie e al miglioramento strutturale delle stesse. Ma il comportamento umano rimane quello più determinante negli accadimenti legati all’incidentalità.

Merita, pertanto, di essere evidenziata l’attività svolta dal network Europeo delle Polizie Stradali “TISPOL”, nel periodo 19-25 agosto, nel corso della compagna europea congiunta denominata “Speed”. Del network fa parte, per il nostro Paese, il Servizio Polizia Stradale del Ministero dell’Interno. Queste operazioni delle polizie stradali europee mirano, attraverso iniziative congiunte e con obiettivi condivisi, a contrastare comportamenti di guida scorretti. Nel caso specifico, la campagna denominata “Speed”, punta a evitare il superamento dei limiti di velocità. La Polstrada ha messo in campo Autovelox e Telelaser. Si è ricorsi pure all’implementazione dei servizi con Safety Tutor e Vergilius.

Quest’ultimo, lo rammentiamo, è un sistema di rilevazione elettronica della velocità ideato e installato da Anas Spa (funzionante sotto la gestione e il controllo della Polizia Stradale), che del Tutor rappresenta un’evoluzione. E’, infatti, più sofisticato: riesce a rilevare la velocità media pure su un tipo di viabilità che, a differenza di quella autostradale, presenta accessi, diramazioni, continue interferenze, innesti di altre arterie. E’, inoltre, più selettivo: installato solo sulle tratte con i maggiori tassi d’incidentalità, svolge un ruolo complementare rispetto agli impegnativi progetti di miglioramento infrastrutturale. L’Anas dimostra, così, di non perdere di vista, per quanto attiene alla sicurezza, né la componente “strada” né la componente “uomo”.

Carlo Sgandurra