Pedaggio autostradale, il futuro è il free flow?
La proposta di eliminare i caselli
I vantaggi del free flow e il modello estero
Nel convegno è emerso che sia le direttive europee che quelle italiane puntano a una progressiva rimozione delle barriere fisiche. Il pedaggio free flow prevede dove attualmente ci sono caselli e barriere, l'installazione di telecamere dotate di sensori. Diversi i vantaggi che potrebbe portare tale modalità di riscossione dei pagamenti: la riduzione al minimo del consumo di suolo, l'innalzamento dei livelli di sicurezza stradale (evitando i pericoli legati ai rallentamenti che si formano in prossimità delle barriere), la maggiore scorrevolezza del traffico, con l'eliminazione delle code ai caselli, la conseguente riduzione dell'inquinamento. Non solo: con il nuovo sistema si potrebbe introdurre pedaggi differenziati a seconda degli orari, incentivando una politica dei flussi di traffico e le "partenze intelligenti".
D'altra parte il pedaggio senza caselli è già utilizzato da varie nazioni. I tecnici del gruppo Kapsch TrafficCom (società austriaca leader mondiale nei sistemi e servizi telematici per la viabilità stradale) hanno illustrato i risultati delle esperienze del free flow in Austria, Irlanda, Cile e Repubblica Ceca. A questi interventi sono seguiti quelli di diversi operatori, da Asfinag (gestore di autostrade e superstrade in Austria) all'Anas, per finire con l'esempio concreto di Pedemontana.
Gli ostacoli da superare
Il pedaggio free flow non presenta problemi dal punto di vista tecnologico. Occorre tuttavia attrezzarsi per garantire la certezza del pagamento (enforcement). Infatti mentre nel caso dei caselli i veicoli sono costretti a fermarsi e obbligati a pagare, con il free flow o le vetture sono dotate di un apparecchio elettronico (come il Telepass o strumenti simili) oppure va registrata la targa e viene inviata una ricevuta di pagamento a domicilio.
Ma quanti utenti pagheranno poi davvero il pedaggio "Troppo pochi stanti le attuali norme", sostiene il direttore generale dell'Aiscat, Massimo Schintu. Eppure gli esempi portati da Kapsch mostrano che in Austria nel 2011 il 99,8% dei viaggiatori ha pagato e comunque è stato recuperato oltre il 90% dell'evasione. L'esperienza sta avendo successo anche in Cile.
Come aumentare la certezza del pagamento? Per Rognoni occorrerebbe "adeguare i poteri delle concessionarie, in modo da garantire il potere di riscossione dei pedaggi non corrisposti e quello di accertamento immediato delle violazioni". In pratica si tratterebbe di consentire ai gestori di svolgere le funzioni di polizia stradale (come già previsto per Anas o la stessa Cal) permettendo l'applicazione di una sanzione in caso di elusione del pagamento, e soprattutto consentendo la riscossione coattiva prevista per le entrate patrimoniali dello Stato. Modifiche che, come ha specificato l'assessore Cattaneo, sono già state formalmente chieste al governo.
Il test Lombardia
La Lombardia si candida a sperimentare il nuovo modello. «Abbiamo proposto - spiega l'Ad Cal Antonio Rognoni - di realizzare un'area test per la sperimentazione del sistema Free Flow nella zona nord e nord-est di Milano, lungo le autostrade nazionali e regionali in corso di realizzazione in Lombardia». Si tratta di «una proposta che necessita di essere accompagnata dall'adozione di alcuni strumenti normativi che consentano di raggiungere le attuali performances dei sistemi Free Flow europei nei quali i veicoli paganti raggiungono il 99%».
La proposta di Cal ha trovato l'assenso dell'assessore regionale alle Infrastrutture Raffaele Cattaneo, il quale afferma che il Free Flow «migliora la sicurezza" perché "togliere barriere e caselli riduce l'incidentalità'». Inoltre «minimizza il consumo di suolo e riduce le code che si creano alle barriere e di conseguenza l'inquinamento». Infine, sottolinea Cattaneo «incentiva forme più eque e sostenibili di tariffazione». L'assessore quindi dichiara: «Chiediamo di applicare il Free Flow il più presto possibile su Pedemontana, Brebemi e Tem entro il 2015» ed entro il 2018, come previsto dall'Unione europea, di introdurlo "su tutto il sistema".