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Briciole di pane

Sicurezza stradale, "PantentiAMOci" per viaggiare tranquilli

L'app, gratuita, "Prendi la patente" destinata agli automobilisti di domani

Roma, 12 novembre 2015 – “PatentiAMOci” è un progetto per la sicurezza stradale ideato dalla onlus “Stella di Daniele”, in collaborazione con la Polizia di Stato, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il Centro di ricerca e servizi imprese “Sapiens” dell'Università “La Sapienza”. E’ patrocinato dal Ministero della Salute e dalla Fondazione per la Comunicazione Sociale “Pubblicità Progresso”. Presentato, nei giorni scorsi, nella sede del “Museo delle Auto” della Polstato, si pone l’obiettivo di educare i giovani a una guida responsabile anche attraverso l’utilizzo dell’app, gratuita, “Prendi la patente”. Applicazione che consente, giocando, di apprendere le norme del Codice della Strada (Cds). E’, questa, una delle numerose iniziative che si svolgono nel nostro Paese per cercare di contrastare il fenomeno dell’incidentalità puntando su una maggiore e più diffusa “cultura stradale”.

 

Secondo l’ultimo rapporto Aci-Istat, nel 2014 si sono registrati 177.031 incidenti, con lesioni a persone, che hanno determinato 3.381 decessi e 251.147 feriti. In media: ogni giorno sono stati rilevati 485 sinistri, contati 9 decessi e 668 feriti. Rilevante il costo sociale, quantificato in circa 18 miliardi di euro. Il rapporto indica nella distrazione (21,4%) e nell’elevata velocità (17,3%) le cause maggiori dell’incidentalità. L’eccesso di velocità, lo sottolineiamo, è l’infrazione al Cds più sanzionata, a seguire il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza. Nei centri urbani si riscontra la più alta mortalità (il 75%) e il 44,5% dei decessi.

Complessivamente, rispetto al 2013, abbiamo un + 8,8% di morti. Cresce il numero delle vittime tra i pedoni (578, + 4,9% rispetto al 2013) e tra i ciclisti (273, + 8,8% sempre relativamente al 2013). Una nota positiva: in calo la percentuale dei decessi di quanti si spostano in moto (- 4,3%). La fascia di età più “a rischio” è quella dei giovani tra i 20 e 24 anni.

 

All'impegno del pubblico, che investe ingenti risorse economiche per potenziare la rete viaria è opportuno, quindi, affiancare quelle proposte di formazione, informazione e comunicazione che, attraverso messaggi mirati e spesso volutamente scioccanti, contribuiscono a rendere più sicure le strade.

Carlo Argeni