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Briciole di pane

Smart city, veicoli elettrici in cerca di colonnine per la ricarica

Si possono avviare interessanti partnership tra le Amministrazioni pubbliche e i privati

Roma, 22 dicembre 2014 - I veicoli elettrici non saranno la panacea di tutti i mali ma rappresentano, senza dubbio, un significativo banco di prova per possibili scenari della mobilità del futuro. Scenari nei quali a essere chiamata in causa è, innanzitutto, l'infrastruttura stradale: che, in prospettiva, deve (dovrà) sapere offrire un quid pluris rispetto alle arterie tradizionali. Oltre alla pavimentazione, alla segnaletica e agli impianti di distribuzione di carburante, serviranno anche le colonnine di ricarica elettrica. Chi deve (dovrà) farsene carico? Domanda da non sottovalutare. E', anzi, una questione decisiva e centrale delle politiche di mobilità. Molto più, a nostro avviso, degli aspetti tecnici.

Il soggetto pubblico non può, tantomeno in periodi di crisi, rischiare sperperi di risorse: non può investire in infrastrutture di ricarica diffuse che potrebbero rimanere inutilizzate o sottoutilizzate. D'altra parte, senza infrastrutture di ricarica diffuse il mercato non decolla, abitudini e preferenze degli automobilisti non si reindirizzano, il numero di veicoli elettrici in circolazione non arriva a fare massa critica. Un interessante tentativo di porre fine a questo circolo vizioso lo offre Monaco di Baviera.

Grazie a una partnership tra l'amministrazione comunale e la BMW, che nella città dell'Oktoberfest è di casa, saranno installate apparecchiature di ricarica per auto elettriche dentro i lampioni dell'illuminazione pubblica. Un buon esempio metodologico di "intelligenza urbana" o, come si suole dire, di Smart city: nel momento in cui la città deve rimodernare i propri impianti d’illuminazione pubblica si coglie l'occasione per dotare il manufatto, che ha il vantaggio di essere presente pressoché ovunque, di una funzionalità aggiuntiva. Corollario: un'applicazione per smartphone grazie alla quale il guidatore dell'auto elettrica potrà pagare, direttamente all'azienda elettrica comunale, l'energia utilizzata per la ricarica.

Pure in Italia, comunque, la situazione si sta evolvendo. E' stato, infatti, da poco approvato il "Piano nazionale infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati a energia elettrica" (il relativo Decreto del Presidente del Consiglio si trova pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 2 dicembre 2014). Un Piano, in fieri, che subirà aggiornamenti annuali per tenere il passo delle direttive europee. Con al centro le dinamiche di cooperazione inter-istituzionale, atteso che, nella storia delle politiche trasportistiche (e ambientali) del nostro Paese, la moltiplicazione dei centri decisionali e di responsabilità è stata, molte volte, un elemento di criticità. Sarà, per esempio, necessario (e il Piano, non a caso, lo prevede) che le Regioni adeguino tempestivamente le normative di propria competenza; come stabilire, parallelamente agli accordi di programma da stipularsi al fine di concentrare gli interventi nei singoli contesti territoriali in funzione delle effettive esigenze, idonei meccanismi premiali verso gli Enti locali virtuosi.

Carlo Sgandurra