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Briciole di pane

Torino-Milano alleate nel segno dell'hi-tech

La proposta di Politecnico e Siat (ingegneri e architetti) mira a promuovere una cooperazione competitiva tra le capitali del Nord-Ovest

Milano, 2 febbraio 2012 – Una "smart region" tra Torino e Milano per favorire lo sviluppo dei "territori intermedi" tra le due metropoli. Alta tecnologia, mobilità, servizi, punti di interesse artistici, commerciali e turistici, da incentivare guardando all'Expo 2015 in una chiave territoriale sempre più vasta. La proposta - che apre una nuova stagione di dibattito sul MiTo - è stata lanciata ieri sera all'Urban Center di Milano. L'iniziativa è del Politecnico di Milano e della Siat (la Società degli ingegneri e degli architetti in Torino) che ha dedicato l'intero ultimo numero della rivista A&RT - "Atti e rassegna tecnica della Siat" -, alla costruzione della città-regione.

Una cooperazione competitiva: non per rinfocolare antiche rivalità, ma per giocare insieme sullo scacchiere globale, ripensando lo sviluppo urbano e una maggiore integrazione delle reti lunghe (indispensabile la Tav verso Lione) con quelle corte (e slow). Come dire: l'alta velocità collega ormai le due città in tre quarti d'ora, ma in mezzo c'è un universo che va valorizzato. Sono fiumi, canali, navigli, grange, abbazie, ma anche outlet (Vicolungo), erigendi parchi del divertimento (Mediapolis, vicino a Ivrea, la Gardaland del Nord-Ovest), Pmi innovative. Andrea Rolando, docente al Politecnico di Milano, non a caso uno dei più appassionati studiosi di Ranstadt (l'esempio olandese per antonomasia del policentrismo), è con il collega Alessandro De Magistris, uno degli artefici di questa rinnovata attenzione. Spiegano: «L'Expo 2015 - se esteso proprio a territori verso Torino, dove il tema dell'esposizione "feeding the planet, energy for life" trova applicazione esemplare - potrebbe essere l'occasione per mettere gli spazi aperti al centro delle azioni di progetto. Ecco perché parliamo di "smart region", dove le nuove applicazioni dell'Ict troverebbero il più interessante ed efficace campo di sperimentazione e di azione, superando l'idea stessa di "smart city"».

È stato realizzato un video, con i paesaggi visti dal treno e negli ultimi anni hanno monitorato le due città (www.netdiap.polimi.it/Lab/mi-to/index.htm). L'ennesima illusione sul MiTo? Certo, i Giochi invernali del 2006 e le iniziative per i 150 anni dell'Italia unita hanno svelato un dna diverso di Torino. Tutti, però, ricordano il 15 ottobre 2004 a Cernobbio, quando decisori pubblici e privati tornarono a parlare in grande spolvero del MiTo. Si potrà attivare un potenziale di 2,5 milioni di nuovi posti di lavoro in trent'anni, dicevano, grazie a un'area capace di generare 176 miliardi di euro di valore aggiunto. «Quanto il Pil della Grecia», chiosava l'entusiasta comunicato ufficiale: senza partnership, per le due metropoli i benefici perduti avranno un costo altissimo. Riletta adesso, la dichiarazione mette un po' i brividi. Eppure, quei numeri - come le tante proposte lanciate allora - restano una prospettiva ambiziosa da non buttare. Quasi tutto è ancora sulla carta cioè nei due volumi "TorinoMilano2010. Una ferrovia, due poli, una regione europea", la ricerca che i sistemi camerali delle due città misero in piedi pensando alle opportunità dell'alta velocità. Si era parlato di "marchio comune per i master del Nord-Ovest", di "distretto sanitario di standing internazionale", di una "dimensione europea per fiere e congressi", di "sfida per cinema, tivù ed enti lirici", addirittura di una "holding federativa della promozione della grande regione". Nulla o quasi. Sfrecciano i treni, questo sì, va avanti l'Alta Scuola Politecnica (frutto della collaborazione dei due atenei), va bene il "Settembre musica" in sinergia. Ma c'è ancora chi storce il naso sulla fusione tra Intesa e Sanpaolo, nonostante Torino stia costruendo il grattacielo di Renzo Piano, nuova sede direzionale dell'istituto di credito.

Il sistema camerale è diventato più freddino sul tema (in Piemonte è molto impegnato a cementare l'euroregione Alp-Med con i colleghi francesi del Rhóne-Alpes e del Paca). E negli ultimi anni il quadro è cambiato. Il tasso di disoccupazione - tra il 2001 e il 2011 - è salito dal 7,9% all'8,9% a Torino, dal 4,3% al 6,1% a Milano; il valore aggiunto è passato da 49 a 59,7 miliardi in terra subalpina e da 115,6 a 138,4 miliardi in quella ambrosiana. Perde quote l'industria, crescono i servizi. Ma nel turismo Torino ha saputo compiere un grande balzo in avanti (+72,6%), raggiungendo l'anno scorso quota 5,7 milioni di presenze, ancora lontane dai 12,2 milioni di Milano (che registra però un buon salto del 35,8%).

Il MiTo potrebbe non essere un fantasma. Intanto, ieri sera, gli assessori all'Urbanistica delle due città, Ilda Curti e Lucia De Cesaris, si sono conosciuti e detti d'accordo nel proseguire. Il 29 febbraio, sotto la Mole, toccherà a Piero Fassino e Giuliano Pisapia confrontarsi in pubblico. Si potrà valutare se anche nei sindaci, e dunque nella politica - per ora impegnata sul fronte della possibile fusione tra Iren e A2A -, l'ipotesi di una "smart region" avrà fatto breccia.

Francesco Antonioli (fonte: Il Sole 24 Ore)