Acqua, il sottosegretario De Angelis: 4,5 miliardi da investire per 600 opere
"Tali risorse possono essere spese per creare buona occupazione e aprire tanti cantieri"
Roma, 14 maggio 2013 - "Ci sono 4,5 miliardi di euro da investire su oltre 600 grandi, piccole e medie opere che riguardano acquedotti e depurazione, risorse che possono essere spese per creare buona occupazione e aprire tanti cantieri", ha affermato Erasmo D'Angelis, sottosegretario alle Infrastrutture, citando una ricerca di Federutility presentata oggi in un convegno a Firenze.
L'obiettivo, ha spiegato D'Angelis, è quello di "cercare di spingere in avanti queste opere infrastrutturali, perché l'Italia ha un arretrato in alcune zone almeno di venti anni rispetto ad altri paesi europei. A fine giugno arriveranno le prime sanzioni della Corte europea, si parla di circa 300 milioni di euro per mancata depurazione, perché noi abbiamo quasi la metà dei nostri corpi idrici purtroppo inquinati da scarichi liberi, ed entro il 2015 noi dobbiamo avere tutto il Paese al riparo da queste sanzioni".
"Il nostro obiettivo è ritagliare risorse pubbliche da investire" nel servizio idrico "soprattutto per recuperare il ritardo nella depurazione, non possiamo permetterci di rifare il secondo giro del mondo con una figuraccia colossale come per i rifiuti di Napoli, e ci siamo quasi", ha spiegato D'Angelis. Il sottosegretario, ricordando che il sistema idrico nazionale ha bisogno di investimenti per 64 miliardi di euro nei prossimi 30 anni, ha aggiunto che "occorre ritagliare dei finanziamenti pubblici, occorrono strumenti anche nuovi: l'Europa presenterà degli eurobond, c'è questa ipotesi di Federutility degli 'idrobond' italiani che è molto interessante, vi sono altri strumenti finanziari, e c'è la Cdp che puo' fare un ottimo lavoro". Dengelis ha anche parlato del referendum sull'acqua, sottolineando che "va rispettato: c'è un'autorità nazionale indipendente, forte, che ha eliminato la remunerazione del capitale investito". Quindi "si tratta per tutti di fare un gigantesco passo in avanti, perché qui il tema vero è recuperare i ritardi che abbiamo, per permettere a tutti di avere acqua di qualità dal rubinetto, e soprattutto di depurare e non inquinare". L'obiettivo è questo, nel rispetto del referendum: "cercare di spingere in avanti - ha concluso il sottosegretario - questa ristrutturazione, perché l'Italia ha un arretrato, in alcune zone, di almeno 20 anni rispetto ad altri Paesi europei".
L'obiettivo, ha spiegato D'Angelis, è quello di "cercare di spingere in avanti queste opere infrastrutturali, perché l'Italia ha un arretrato in alcune zone almeno di venti anni rispetto ad altri paesi europei. A fine giugno arriveranno le prime sanzioni della Corte europea, si parla di circa 300 milioni di euro per mancata depurazione, perché noi abbiamo quasi la metà dei nostri corpi idrici purtroppo inquinati da scarichi liberi, ed entro il 2015 noi dobbiamo avere tutto il Paese al riparo da queste sanzioni".
"Il nostro obiettivo è ritagliare risorse pubbliche da investire" nel servizio idrico "soprattutto per recuperare il ritardo nella depurazione, non possiamo permetterci di rifare il secondo giro del mondo con una figuraccia colossale come per i rifiuti di Napoli, e ci siamo quasi", ha spiegato D'Angelis. Il sottosegretario, ricordando che il sistema idrico nazionale ha bisogno di investimenti per 64 miliardi di euro nei prossimi 30 anni, ha aggiunto che "occorre ritagliare dei finanziamenti pubblici, occorrono strumenti anche nuovi: l'Europa presenterà degli eurobond, c'è questa ipotesi di Federutility degli 'idrobond' italiani che è molto interessante, vi sono altri strumenti finanziari, e c'è la Cdp che puo' fare un ottimo lavoro". Dengelis ha anche parlato del referendum sull'acqua, sottolineando che "va rispettato: c'è un'autorità nazionale indipendente, forte, che ha eliminato la remunerazione del capitale investito". Quindi "si tratta per tutti di fare un gigantesco passo in avanti, perché qui il tema vero è recuperare i ritardi che abbiamo, per permettere a tutti di avere acqua di qualità dal rubinetto, e soprattutto di depurare e non inquinare". L'obiettivo è questo, nel rispetto del referendum: "cercare di spingere in avanti - ha concluso il sottosegretario - questa ristrutturazione, perché l'Italia ha un arretrato, in alcune zone, di almeno 20 anni rispetto ad altri Paesi europei".