Al via housing sociale da 2,6 miliardi
Approvazione al prossimo Cipe, 14 regioni coinvolte - Contributo del Tesoro da 295 milioni
Roma, 19 aprile 2011 - Potrebbe tenersi venerdì 29 aprile il super-Cipe destinato a rilanciare gli investimenti pubblici in edilizia e nelle infrastrutture. La data aspetta conferma da Gianni Letta e soprattutto da Giulio Tremonti, che come sempre deve garantire le disponibilità di cassa, ma le amministrazioni sono allertate e stanno accelerando per arrivare puntuali a quella scadenza. Il pezzo forte del ministero delle Infrastrutture (al momento anche il più maturo) è il piano di housing sociale che sbloccherà un investimento complessivo di 2.654 milioni, con un contributo del Tesoro di 295 milioni, pari all'11% del totale.
Gli investimenti privati programmati nel «piano nazionale di edilizia abitativa» ammontano a 1.925 milioni, il 72% del totale, mentre le regioni contribuiscono con 263,6 milioni (circa il 10%) e altri enti pubblici (fra cui i comuni) con 170,3 milioni (6,4%). Saranno disponibili in tutto 14790 alloggi, di cui 11.590 di nuova costruzione, 3.023 da ristrutturazione,177 da acquisto di immobili esistenti: 5.991 appartamenti andranno al mercato dell'affitto, permanente o per almeno 25 anni, 6.001 a riscatto, 2.801 al libero mercato.
Il via libera del Cipe ratificherà le intese che il ministero delle Infrastrutture ha siglato in questi mesi con 14 regioni. Per rendere operativo il piano serviranno la conferenza Stato-Regioni e un decreto del presidente del consiglio dei ministri. Non è escluso che, prima della convocazione del Cipe, arrivi anche l'intesa tra governo e Regione Lazio per cui la trattativa è in corso.
La quota di gran lunga più consistente (e per certi versi esagerata) è quella della Campania che "incassa" il 58% dell'intero piano nazionale: 1.548 milioni di investimento con una larghissima prevalenza (88,2%) dei fondi privati, 1.366 milioni. Gli alloggi disponibili in Campania saranno 7.059 (48% del totale nazionale).
L'approvazione del Cipe darà una scrollata a un piano che fu previsto già dall'articolo 11 del decreto legge 112/ 2008, la prima manovra economica varata dal governo Berlusconi e dal ministro Tremonti. In quell'occasione si bloccò la ripartizione delle risorse per l'edilizia residenziale già fatta dal governo Prodi per ridestinare i fondi a un’operazione più complessa, articolata su due fronti: uno è quello del piano che ora, tre anni dopo, arriva al Cipe; l'altro è il "fondo dei fondi" imperniato sulla Cassa depositi e prestiti e sull'alleanza con le fondazioni bancarie, che dà un carattere di profonda innovazione all'intervento pubblico in questo settore. Il megafondo, che oggi ha raggiunto una consistenza di 1,8 miliardi, dà il proprio apporto (mai superiore al 40%) a fondi locali che a loro volta finanziano progetti di realizzazione di alloggi. Al super-Cipe dovrebbero arrivare molti altri capitoli della partita del rilancio infrastrutturale, a partire dalle concessioni aeroportuali (aumenti tariffari per finanziare gli investimenti di Adr, Sea e Save) e dal piano Sud che attende di essere approvato insieme alla ripartizione di 154 miliardi del Fas 2007-2013 alle regioni. Sempre sul Sud, ci sono i contratti istituzionali di sviluppo che destineranno a poche infrastrutture prioritarie i fondi recuperati dal Fas 2000-2006. Infine, i vecchi mutui per opere pubbliche non spesi che il ministero dell’Economia può annullare per ridestinare le risorse a nuove priorità infrastrutturali (come è stato fatto con i 230 milioni al Mose lo scorso novembre). Non è ancora chiaro, però, quanto di questo programma sia già pronto per incassare il sì del comitato.