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Briciole di pane

Alitalia: i soci attendono l'intervento del governo, si guarda a Fintecna e Fs

Nuovo incontro a Palazzo Chigi con Letta, Cda aggiornato al 10 ottobre

Roma, 9 ottobre 2013 - I soci sono pronti, ma possono fare la loro parte solo con un chiaro segnale del governo. Il salvataggio di Alitalia ruota ancora una volta intorno al soccorso di un socio pubblico. E in campo torna Fintecna, come sei anni fa per l'intervento in Az servizi, in alternativa all'opzione Fs.

Ieri prima il confronto a Palazzo Chigi e poi la riunione del Cda non sono stati risolutivi, tanto che il board e' rimasto aperto, aggiornandosi al pomeriggio del 10 ottobre.

Intanto, per quanto risulta all’Adnkronos, il dossier e' tornato a Palazzo Chigi, alla presenza del premier Enrico Letta. I tempi, del resto, sono strettissimi. Tanto che l'Enac dovrebbe convocare nei prossimi giorni la compagnia per verificare se sussistano le condizioni di continuità aziendale.

Il governo "sta completando l'analisi della situazione per definire gli idonei interventi per la definizione dei quali e' stato chiesto un ulteriore breve lasso di tempo", ha riferito ai soci rappresentati in Cda il presidente dell'ex compagnia di bandiera, Roberto Colaninno. E lo stesso board, ha spiegato una nota, "e' confidente, vista la disponibilità manifestata dai soci e dal sistema bancario, che la situazione finanziaria possa essere presto riequilibrata".

 

Le dichiarazioni dei soci

Più esplicite le parole di alcuni consiglieri. "Pensiamo che buona parte degli azionisti faranno la loro parte in presenza di un segnale importante del governo", ha spiegato Cosimo Carbonelli D'Angelo, alla cui G&C Holding fa capo il 3,1% del capitale di Alitalia. "Mi auguro che il governo trovi una soluzione per un asset importante e indispensabile per il Paese. Ci auguriamo che la questione si risolva in breve tempo con il governo che fa la sua parte e gli azionisti che fanno la loro", e' la sua sintesi.

Sulla stessa linea le valutazioni di Antonio Orsero, consigliere e azionista con l'1,8% tramite Gf Group, uscendo dal quartier generale di Fiumicino: "come socio mi auguro che la compagnia rimanga il più possibile italiana". Interpellato poi sulla ricapitalizzazione, che sarà all'ordine del giorno dell'assemblea dei soci il 14 ottobre prossimo, il consigliere e socio di Alitalia si e' poi detto convinto che "gli azionisti faranno la loro parte in presenza di un segnale del governo".

 

Il fronte del governo. Le proposte di sindacati e associazioni di categoria

Parole interlocutorie, intanto, dal fronte governo. Su Alitalia "andiamo avanti a lavorare. Non abbiamo ancora le risposte", ha chiarito il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, parlando con i giornalisti a Montecitorio. E sull'ipotesi che il socio pubblico possa essere Fintecna, ha glissato: "ci sono tante ipotesi che bisogna valutare".

Ma l'intervento della società interamente partecipata dalla Cassa Depositi e Prestiti sembra l'unica strada percorribile in alternativa all'intervento di Fs, che continua a guardare al dossier ma che avrebbe posto condizioni stringenti per un ingresso nel capitale della ex compagnia di bandiera.

Intanto, l'intervento dello Stato continua a dividere. "Io credo che l'intervento dello Stato non sia auspicabile, ma allo stato dei fatti e' necessario", ha osservato il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti.

Opposto il punto di vista di un manager che di crisi aziendali, a partire dalla Cirio, ha esperienza. Alitalia "va lasciata fallire. Perché non e' un'azienda di bandiera, ma un'azienda normale, privata. Già stiamo pagando ad oltre 10 mila ex dipendenti la cassa integrazione, perché lo Stato dovrebbe intervenire ora?", si e' chiesto Mario Resca, presidente Confimprese e membro del consiglio di amministrazione di Eni.

M.Z.

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