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Briciole di pane

All'asta 250 aree di servizio

Autostrade. Il business è quantificabile in 700 milioni su 1,2 miliardi complessivi

Milano, 4 dicembre 2011 - Semaforo verde per il rinnovo delle concessioni nella ristorazione autostradale: entro il prossimo quadriennio ne dovranno essere messe a bando circa 250 (oltre la metà del mercato), per un business che vale 700 milioni su un totale di 1,2 miliardi. Colpo di freno invece dai concessionari sul caro-royalty: non più quote che oggi si attestano su una media del 20%, con punte del 40% per l'Autobrennero.

«Ci si deve rendere conto - osserva Mario Resca, presidente di Confimprese - che è finito un ciclo e che tutte le parti devono prendere atto che la ristorazione autostradale è in sofferenza. Le royalty elevate si ribaltano sui clienti attraverso i prezzi, compresi quelli del carburante, contribuendo a uccidere i consumi». Confimprese rappresenta tutti gli operatori della ristorazione commerciale sulla rete autostradale, tra cui Autogrill, Chef Express, Mychef, Sarni, Ristop, Fini.

«Fino a ieri la crescita del business - interviene Valentino Fabbian, Ad di Chef Express del gruppo Cremonini - permetteva di recuperare tutto. Oggi il calo della propensione al consumo mette a nudo un meccanismo perverso e insostenibile. Sull'Autobrennero gli operatori per pagare le royalty hanno aumentato i prezzi, comprese le nostre due aree di servizio». Gli operatori segnalano che le royalty non dovrebbero superare il 15% e con una durata proporzionata all'investimento, almeno decennale.

I ristoratori piangono prima di affrontare le nuove aste? Dalle società di gestione autostradale premettono che le aggiudicazioni delle aree sono state decise unicamente sulla base delle offerte ricevute in sede di bando, quindi con "prezzi" fatti dal mercato. Indubbiamente le royalty sono state forzate dall'aggressività dei nuovi entranti. I primi a soffrire con lo sgonfiarsi del business.

La campagna di rinnovo delle concessioni riguarderà soprattutto Autostrade per l'Italia ma anche il gruppo Gavio, Autovie Venete e Anas. Oggi la rete delle 487 concessioni se la dividono per il 60% Autogrill, per il 9% Maglione (gruppo Sarni), per il 7% Chef Express, per il 5,5% Finifast (insegna Fini), per i14,5% Airest (Ristop) e per il 3,5% Mychef. Altri 30 operatori si spartiscono 40 punti vendita. Per avere un'idea del costo delle aree di servizio, nel bilancio 2010 di Atlantia, nelle parti correlate, è riportato che per i 140 affidamenti di aree di servizio sulle tratte del gruppo i proventi derivanti da Autogrill ammontano a circa 80 milioni.

Quali le cause della febbre delle royalty? Per Resca, parte tutto dal «rinnovo delle concessioni nel 2003 con l'apertura del mercato a nuovi operatori. I lotti messi a bando, meglio costruiti, contenevano condizioni economiche di partenza molto gravose». Che negli anni successivi si sono anche appesantite. «In realtà - aggiunge Fabbian - sulle concessioni pesa anche la quota fissa. Vanno alleggerite entrambe».

Da qualche anno il traffico autostradale, causa la crisi e il caro carburante, ha innestato la retromarcia. Nei primi otto mesi del 2011, per esempio, sono stati percorsi 450 milioni di chilometri in meno, con un calo dell'1,5% del traffico leggero e una frenata del 2,3% nel solo mese di agosto. Peggio però fa la ristorazione autostradale: si viaggia meno e si tende a fermarsi ancora meno a ristoranti, bar e market. «Qualche volta - aggiunge Fabbian (che ha una decina di rinnovi su 36) - le famiglie si portano cibo e bevande da casa. E il risultato è che alcuni operatori hanno perso il 5% del fatturato. Noi "solo" il 3%, ma è la risultate di punte negative del 6% e di qualche caso di crescita dell'1%».

Emanuele Scarci (fonte: Il Sole 24 Ore)