Altero Matteoli: "Aumenti delle tariffe inevitabili"
"Voli e autostrade più cari per finanziare investimenti e servizi migliori
ROMA, 7 gennaio 2010
Ministro Matteoli, l'inflazione è ai minimi da cinquant'anni, le tariffe dei servizi pubblici o in concessione aumentano. Come mai?
“Tutti gli aumenti concessi dal governo sono previsti da contratti e regolati da vincoli reciproci. Ad Autostrade io e il ministro Tremonti abbiamo scritto più volte al gestore promettendo controlli severi e a tappeto sul rispetto della qualità del servizio e del piano di investimenti. Stessa cosa vale per gli aeroporti: gli aumenti fino a tre euro potranno scattare solo dopo le verifiche dell'Ente per l'aviazione civile”.
Se gli investimenti non fossero adeguati neghereste l'aumento?
“Potremmo negarlo, o concederlo solo in parte. Ciò detto, un aeroporto come Fiumicino, senza investimenti ingenti, non ha futuro”.
Sta dicendo che per avere servizi migliori bisogna pagarli di più?
“È così. Mi piacerebbe poter dire il contrario, ma non sono ipocrita”.
Spingere Ryanair a lasciare l'Italia non sarebbe una perdita anche per i passeggeri che vogliono volare a basso costo?
“Se vuole operare in Italia, deve rispettare le regole sui documenti imposte dall'Enac per tutti. Su questo non sono possibili mediazioni”.
In alcuni casi la qualità dei servizi pubblici è diseguale: l'Alta velocità corre, i pendolari si lamentano.
“È vero, comprendo le loro proteste. Ma proprio per questo il governo ha deciso di stanziare due miliardi di euro a favore delle Regioni perché entro il 31 dicembre riscrivessero gli accordi con le Ferrovie. Spesso si dimentica di dire che il servizio regionale non è lo stesso dappertutto. Non ho difficoltà a dire che in Emilia e Toscana il servizio è buono, e che ha investito somme ingenti la Campania. Stessa cosa non posso dire per il Piemonte o la Sicilia”.
In Piemonte la convenzione con le Ferrovie non è stata firmata e si è deciso di mettere il servizio a gara. Che ne pensa?
“Mi auguro un ripensamento, anche se a questo punto è improbabile. Spero solo che alla fine il servizio sia altrettanto efficiente quanto quello che avrebbe consentito l'accordo con Fs”.
Il nuovo orario di Trenitalia ha tagliato diverse tratte veloci verso Ancona, Lecce, Bergamo, Cremona. È saltato l'ultimo collegamento diretto Roma-Bolzano, I sindaci protestano, lei che ne pensa?
“Trenitalia è una società per azioni e i conti devono tornare come in qualunque altra azienda. Non possiamo chiedere all'ingegner Moretti di fare il contrario. Ciò detto, trattandosi di un servizio essenziale, in alcuni casi la politica può e deve intervenire. Io ad esempio vengo da un partito che conosce bene Bolzano e la sua storia. Quel caso è sul mio tavolo, e non lo considero chiuso”.
Il leader della Cisl Bonanni sostiene che le tariffe dei servizi pubblici e i costi della sanità aumentano perché ci sono “intrecci perversi” fra politica ed economia. È d'accordo?
“La mia risposta sulle tariffe spero fughi ogni dubbio. Più in generale il problema che solleva Bonanni esiste. Io vengo dalla Prima Repubblica, e spesso ne parlo con toni critici. Ma oggi il mondo va veloce, e se i governi hanno imparato a camminare svelti non si può dire la stessa cosa dei partiti. Una volta, prima di prendere le decisioni importanti, si riunivano il comitato politico o il comitato centrale. Oggi, non appena sulle agenzie esce una qualunque notizia, si corre a rispondere senza alcuna consultazione fra i vertici. Per quanto vecchi e ottocenteschi, io non vedo alternativa ai partiti. Dunque è ora che al loro interno si torni a discutere di come rilanciarli davvero”.
Lei crede che i partiti siano, in mano ad oligarchie?
“Io la vedo così: oggi conta più essere ministri o sindaci che segretari di partito. Una volta, se nel Comune X il segretario di un grande partito chiamava il sindaco per imporgli un assessore, il sindaco si rimetteva alla scelta anche se quest'ultimo non faceva parte della corrente giusta. Oggi non è più così. Ciò significa che i partiti a livello territoriale non hanno più il peso di prima. E che quello spazio lasciato vuoto dalla politica inevitabilmente se lo prendono altri: gli interessi economici, quelli finanziari o la magistratura”.
Secondo lei questo avviene sia a destra che a sinistra?
“Sì, anche se vedo qualche segnale incoraggiante. Il Pd, benché con regole curiose, alla fine ha scelto il nuovo segretario dopo un congresso. Da noi, per molto tempo, le decisioni si sono prese solo ai massimi vertici. Ora le questioni importanti vengono discusse nell'ufficio di presidenza del Pdl. Così è accaduto per scegliere i candidati delle Regionali. Lo considero un fatto molto importante”.