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Briciole di pane

Ance, 4 punti per ridare slancio all'edilizia

Il presidente Ance Bozzetti: per il settore edilizio rischio "de-industrializzazione"

Roma, 27 giugno 2013 - Per scongiurare “la completa de-industrializzazione” del settore edilizio, occorrono misure costanti e durature. Paolo Buzzetti, presidente dell'Ance-associazione nazionale costruttori Edili, nel corso del convegno di presentazione dell'edizione 2013 del Saie, ha individuato 4 punti, da realizzare nei prossimi 100 giorni, che diano fiato a un settore ormai allo stremo. Adottate nel più breve tempo possibile, le 4 misure ''consentirebbero di mantenere il rapporto deficit/Pil sotto la soglia del 3%''. Le richieste immediate vengono enumerate da Bozzetti nel seguente ordine: stabilità per gli incentivi fiscali, ''che devono essere mantenuti per un tempo minimo di 2 anni e non 6 mesi''; interventi a garanzia dei mutui che le banche dovranno elargire con minor parsimonia, ''almeno sulla prima casa, come del resto viene fatto in tutti i Paesi avanzati''; allentare il patto di stabilità; avere il ''coraggio'' di investire risorse per interventi utili al Paese, a partire dal dissesto idrogeologico e dalle scuole.

Il presidente dei costruttori snocciola due dati allarmanti che fotografano una crisi del settore senza precedenti: 690 mila posti di lavoro persi e il 23% degli ingegneri e degli architetti disoccupato. Ma “il governo sta cominciando a parlare una lingua diversa” – ha dichiarato il presidente Bozzetti -, riferendosi agli eco bonus e alle semplificazioni per l’edilizia. “Oggi appare evidente che, quando dicevamo che serviva un po' meno austerità e un po' più sostegno all'economia reale, avevamo ragione. Non serve essere economisti, basta avere un pizzico di buon senso, anche perché, se saltano le imprese di costruzione saltano anche le banche''. Per questo Bozzetti chiede a gran voce alla politica quel coraggio necessario di cambiare passo, indirizzando parte delle risorse per la spesa corrente - ''che continuano a lievitare senza sosta'' - su interventi utili, sulle infrastrutture, sulla manutenzione del territorio, snellendo il carico burocratico e promuovendo una fiscalità vantaggiosa. ''Le imprese sono pronte e i cittadini anche. Lo dimostra la tenacia con cui stiamo cercando di resistere a questo periodo buio, puntando sull'innovazione e immaginando un futuro sostenibile. Non è un caso - ha concluso - se oggi il 53% degli edifici sono in classe A o B''.

Sulla stessa linea del presidente Bozzetti di critica verso le politiche di rigore, Il viceministro Fassina ha affermato che dopo 5 anni di austerità nell’Eurozona il debito pubblico è aumentato di 30 punti percentuali: “non abbiamo centrato l’obiettivo di finanza pubblica per il quale sono state compiute azioni così pesanti in termini sociali”. Fassina ha rivendicato quanto fatto fino ad ora dal governo per fronteggiare la grave emergenza del settore dell’edilizia. “Ovviamente bisogna andare avanti – ha concluso – e lavorare sul credito alle imprese e alle famiglie, ma siamo sulla strada giusta”.

Christian D'Acunti