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Briciole di pane

Ance: debole ripresa per l`economia italiana; quadro ancora negativo per le costruzioni

Analisi congiunturale Ance luglio 2011

Roma, 9 agosto 2011 - Nel primo trimestre 2011 il Pil, ha registrato, secondo i dati Istat, una crescita dell’1% in termini reali rispetto allo stesso periodo del 2010, confermando i segnali di ripresa manifestatisi nello scorso anno (+1,3% rispetto al 2009). Le previsioni per il 2011 indicano una crescita del Pil pari all'1,1% (DEF –Documento di Economia e Finanza- e Confindustria). In questo contesto il settore delle costruzioni stenta a riemergere dalla crisi. I dati Istat sugli investimenti in costruzioni (comprendenti i costi per trasferimento di proprietà) segnalano ancora una flessione tendenziale nel primo trimestre 2011 dello 0,1% in termini reali. Un trimestre che viene dopo un triennio di forti cali (-3,7% nel 2010, -8,6% nel 2009 e -3% nel 2008).

L’indagine rapida condotta dall’Ance nel mese di maggio 2011 presso le imprese associate ha confermato il permanere della situazione di grave difficoltà in cui operano le imprese. Il 2010, secondo l’Ance, si è chiuso con una riduzione degli investimenti in costruzioni del 6,4%; per il 2011 si rileva un peggioramento delle aspettative produttive che si concretizza con una flessione degli investimenti in costruzioni previsti del 4,0%.

In assenza di misure che possano produrre effetti immediati sulla produzione, anche per il 2012 si prospetta un’ulteriore riduzione del 3,2%. Il “piano per la città” previsto nel decreto sviluppo, che si configura come una normativa ordinaria e a regime, potrà avere effetti positivi sui livelli produttivi del settore nel medio periodo. Tenendo conto dei tempi necessari per l’attuazione a livello territoriale, gli effetti del piano potranno concretizzarsi a fine 2012. In cinque anni, dal 2008 al 2012, il settore delle costruzioni avrà perduto il 22,3% in termini reali, riportandosi ai livelli di produzione osservati nell’anno 1994.

Tutti i comparti di attività registrano riduzioni marcate, ad eccezione degli interventi per il recupero abitativo, in lieve crescita dello 0,9% nel quinquennio. Risultati molto negativi segnano, in particolare, il comparto delle nuove abitazioni che nei cinque anni avrà perso il 38,9% del volume d’investimenti e l’edilizia non residenziale privata, in riduzione del 22,2%. Per i lavori pubblici, il calo nel quinquennio si attesta al 33,9%; per questo comparto il ridimensionamento dei volumi produttivi è in atto ormai da otto anni, con una flessione complessiva, tra il 2004 ed il 2012, del 39,5%. Secondo l'Ance "un comparto con caratteristiche anticicliche come quello dei lavori pubblici è stato usato in modo prociclico: gli investimenti sono cresciuti quando vi era l’espansione e sono diminuiti con l’arrivo della crisi".

Il basso profilo della domanda di investimenti in costruzioni e l’assenza di prospettive di miglioramento hanno generato forti contraccolpi sul fronte occupazionale. I dati delle casse edili segnalano, nei primi tre mesi del 2011, un’ulteriore flessione tendenziale del 3,1% delle ore lavorate, che va ad aggiungersi al marcato calo del biennio 2009-2010 (-20%). La dinamica negativa coinvolge anche il numero di operai iscritti (-6,9% nel primo trimestre 2011 e -17,8% nel biennio 2009-2010). Sulla base di tali dati, con riferimento all’occupazione dipendente, l’Ance stima che dall’inizio della crisi i posti di lavoro persi nelle costruzioni sono circa 230.000, che raggiungono le 350.000 unità se si considerano anche i settori collegati alle costruzioni.