Ance, il punto sulla congiuntura e le infrastrutture in Italia
Gli orientamenti dell' Ance
Roma, 3 settembre 2011 - Si sono svolti a Roma lo scorso 28 settembre gli stati generali dell’Ance, l’annuale occasione per fare il punto sulla situazione economica generale del Paese e sullo stato dell’arte delle infrastrutture.
Molte e articolate le osservazioni espresse dall’Ance nei documenti preparati per l’occasione. Ne riportiamo di seguito alcuni spunti di generale interesse.
La forte crisi che investe il settore ormai da quattro anni proseguirà anche nel 2012. Il 2010 si è chiuso con una riduzione degli investimenti in costruzioni del 6,4%; per il 2011 è stato rilevato un peggioramento delle aspettative produttive che si concretizza con una flessione degli investimenti in costruzioni previsti del 4,0%. Per il 2012, in assenza di misure che possano produrre effetti immediati sulla produzione, è prevsita un’ulteriore riduzione degli investimenti in costruzioni del 3,2% in termini reali.
Di conseguenza, in cinque anni, dal 2008 al 2012 il settore avrà perduto il 22,3% in termini reali, riportandosi ai livelli di produzione osservati nell’anno 1994.
In particolare, nel settore delle infrastrutture, elemento cruciale per la crescita economica di un paese, sembrerebbe emergere, dal confronto fra la dotazione infrastrutturale italiana e quella dei principali partners europei la generale inadeguatezza ed obsolescenza delle nostre reti.
Oggi la rete autostradale italiana mostra i segni di circa 40 anni di mancati investimenti. Secondo i dati Eurostat, dal 1970 al 2008 la rete autostradale in Spagna è 35 volte la dotazione iniziale, in Francia 7 e in Germania poco più di 2. In Italia, invece, la rete autostradale, che nel 1970 era di 3.900 km, raggiunge nel 2008 i 6.600 km, pari a poco più di una volta e mezza la dotazione iniziale.
La riuscita della politica di rilancio degli investimenti infrastrutturali dipende in gran parte dall’uso efficiente delle risorse disponibili. Ciò vale in particolare per i 41,2 miliardi di euro destinati ad infrastrutture e costruzioni nell’ambito dei programmi dei fondi strutturali e FAS 2007-2013.
Attualmente, i programmi dei fondi strutturali, nazionali e regionali, risultano poco avanzati, essendo stati effettuati pagamenti solo per il 12% delle risorse.
A fine anno, l’Italia rischia fortemente di dover restituire 2,6 miliardi di euro a Bruxelles. Di questi, circa 1,1 miliardi sono destinati ad infrastrutture e costruzioni. Le risorse per nuove infrastrutture hanno, infatti, subito una riduzione del 34% nel triennio 2009-2011 toccando il livello più basso degli ultimi venti anni. Solo l’1,7% delle dotazioni di competenza nel bilancio dello Stato è destinato alle nuove infrastrutture.
Nell’ottica Ance, il taglio degli stanziamenti, pari a 18 miliardi nel triennio 2012-2014, finirà per concentrarsi, come avvenuto negli ultimi anni, sulla spesa destinata agli investimenti pubblici con un prevedibile peggioramento delle prospettive per il 2012 a causa dei pesanti tagli, effettuati dalle manovre d’estate, alle risorse stanziate per i Ministeri.