Ance: il settore edilizio è in crisi, occorrono investimenti e interventi mirati
Il presidente dell'Ance, Paolo Buzzetti, lo spiegherà ai candidati premier
Roma, 22 gennaio 2013 – C’è una vera e propria emergenza economica che attraversa settori strategici del Paese. E’ l’allarme che l’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) lancia al mondo della politica, in particolare ai candidati premier, e alle istituzioni. “La crisi del settore delle costruzioni – spiega il presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti - ha raggiunto livelli tali che rischia di trascinare l’economia italiana nel baratro: l’agenda politica e il prossimo Governo devono tenerne conto”.
I numeri sono impietosi.
Prima della crisi il settore edile pesava l’11% del Pil, con circa 3 milioni di addetti considerando l’indotto.
Nei primi nove mesi del 2012 invece il settore edile ha dovuto registrare la cifra record di 9.500 imprese fallite, con un incremento del 25,3% rispetto al 2009.
Record negativo anche per la disoccupazione. I senza lavoro nelle costruzioni sono ormai 360 mila, circa 550mila se si considera l’indotto. Una situazione che rischia di peggiorare ulteriormente nei prossimi mesi se non si metteranno subito in campo interventi utili ad arrestare il declino.
Interventi e proposte che l’Ance illustrerà nelle prossime settimane ai candidati premier e che prevedono: investimenti mirati, riduzione del costo del lavoro, pagamento delle imprese, riattivazione del circuito del credito, nuovo patto di stabilità, revisione della tassazione degli immobili (la casa è il bene più tassato d’Italia), apertura del mercato e più semplificazioni, investimenti per la rigenerazione urbana e la messa in sicurezza degli edifici.