Ance, le imprese italiane crescono all'estero
E' quanto emerge dall'ultima indagine conoscitiva elaborata dai costruttori
Roma, 3 ottobre 2013 - Se nel 2012 in Italia il settore delle costruzioni ha segnato il punto più basso mai registrato, il mercato estero ha continuato a essere uno sbocco importante per le imprese edili. Con una presenza in quasi 90 Paesi, una crescita del fatturato dell’11,4% nel 2012 e 12 miliardi di nuove commesse, il sistema delle imprese di costruzione italiane consolida la sua presenza sui mercati internazionali.
E' quanto emerge dall'ultima indagine conoscitiva elaborata dall'Ance presentata il 1° ottobre presso la Farnesina congiuntamente con il Ministero degli Esteri.
Il dato del fatturato all’estero in aumento acquista ancora più valore se paragonato alla riduzione del 4,2% del giro d’affari realizzato sul mercato interno.
Guardando agli ultimi 8 anni il risultato è significativo. Il fatturato realizzato oltreconfine è triplicato: +200% circa, passando da 2,955 a oltre 8,7 miliardi, con una crescita media del 14,5% ogni anno.
Una crescita fondamentale riguarda le concessioni: autostrade, ospedali, impianti energetici e acquedotti, dove le imprese italiane hanno creato delle solide partnership con i più grandi player internazionali del settore e con le più importanti istituzioni finanziarie mondiali (fondi e banche d’investimento). Si parla di contratti del valore di 63 miliardi di euro nell’ambito di raggruppamenti internazionali, di cui quasi 18 mld appannaggio delle imprese italiane.
“Sono risultati incredibili”, ha commentato nell'occasione il presidente dell’Ance Paolo Buzzetti, “che consentono di mantenere in vita molte aziende che sul solo mercato interno non sopravvivrebbero. La maggior parte delle grandi imprese italiane di costruzione, infatti, consegue all’estero oltre il 50% del proprio fatturato.”
E a proposito di mercato interno, il presidente dei costruttori ha sottolineato l’importanza della stabilità e della continuità d’azione del Governo. “L’instabilità non deve compromettere la linea di politica economica intrapresa, a cominciare dall’approvazione della legge di stabilità, per scongiurare il commissariamento del nostro Paese”. “E’ fondamentale - ha aggiunto Buzzetti - confermare la cancellazione dell’Imu sulla prima casa e convertire in legge i provvedimenti a sostegno dell’edilizia”.
Dello stesso avviso il Vice Ministro degli Esteri Marta Dassù, che ha sottolineato che “l’instabilità politica ha un costo economico che si riflette nel divario tra domanda interna e domanda internazionale”, e auspicato che l’incertezza che stiamo vivendo in questi giorni non metta a rischio lo sforzo strutturale e istituzionale messo in campo dal ministero da anni.
Soddisfatto dei risultati raggiunti dalle imprese edili all’estero anche il Vice Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda che, sottolineando come il Governo abbia già fatto molte cose per questo settore, ha rinnovato l’impegno per il futuro: “Abbiamo in programma una serie di missioni legate al settore delle infrastrutture, che va trattato separatamente rispetto alle altre questioni.”
Nonostante le buone performance registrate, maggiori difficoltà nel 2012 sui mercati esteri sono state riscontrate dalle piccole e medie imprese. Due sono i fattori determinanti: innanzitutto le condizioni del credito fortemente penalizzanti per le imprese di minori dimensioni, ma anche il protrarsi dell’instabilità politica ed economica registrata nei Paesi che sono tra i naturali mercati di sbocco delle PMI, in particolare i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo.
Sono 88 i paesi che vedono la presenza nel 2012 di aziende di costruzione italiane, 9 dei quali del tutto nuovi: Cipro, Irlanda, Camerun, Costa D’Avorio, Guinea, Malawi, Canada, Thailandia e Zambia.
A seguito degli investimenti effettuati negli anni, che hanno portato ad un sempre più spinto livello del know how tecnologico, le imprese italiane sono arrivate ai vertici dell’industria mondiale delle costruzioni per qualità e competitività. Ciò ha consentito una nuova, ancor più ampia, diversificazione geografica anche rispetto ai mercati di riferimento. Le nostre imprese, infatti, nell’ultimo anno sono riuscite a penetrare mercati sempre più competitivi e più selettivi, come Canada, Stati Uniti e Australia.
Analizzando i primi 10 mercati in cui sono localizzate le nuove commesse, 4 appartengono all’Ocse (Stati Uniti, Grecia, Cile e Messico) e un altro fa parte dei Bric (Russia).
I dati positivi si inseriscono in un rapporto di collaborazione tra l’Ance e il MAE, che ha reso possibile raggiungere 25 Paesi con missioni imprenditoriali di grande successo.
E proprio dell’impegno della Farnesina a sostegno dell’industria delle costruzioni ha parlato il Segretario Generale del Ministero degli Esteri Michele Valensise, che ha riconosciuto all’edilizia il ruolo di “importante segmento dell’economia italiana e simbolo del made in Italy nel mondo”.
Gli obiettivi per il 2014 sono ancora più ambiziosi: Paesi ASEAN, Medio Oriente, Africa Sub-Sahariana, Nord America, Centro Asia sono i mercati a cui si punterà nei prossimi mesi.
Scarica il Rapporto Ance 2013 sull'industria italiana nel mondo