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Briciole di pane

Ance, Letizia: Per ripartire vanno risolti i problemi veri del Paese

Roma, 11 maggio 2011 - “La malattia italiana è la stagnazione strutturale, la palude in cui il prodotto italiano si è incagliato nel tempo e che, solo grazie al settore delle costruzioni, negli ultimi anni ha potuto camuffarsi ed evitare la recessione già molti anni fa``. Con queste parole il presidente dei Giovani Ance Alfredo Letizia ha aperto il XIII Convegno nazionale dal titolo “Oggi imprenditori. Domani?”, che si è tenuto oggi a Roma nell`Auditorium di via Guattani 16.

All`evento hanno preso parte autorevoli rappresentanti del mondo delle imprese, della politica, dell`economia, del giornalismo e del Governo: oltre al presidente dei Giovani Letizia, sono intervenuti il presidente dell`Ance Paolo Buzzetti, i vicepresidenti dei Giovani Francesca De Sanctis, Alberto Righini, Francesco Ficarra e Fabio V. Cosentino, l`economista Massimo Lo Cicero, il parlamentare del Pd Francesco Boccia, il parlamentare dell`Udc Roberto Rao, il consigliere del ministro dello Sviluppo Alessandro Fusacchia, il viceministro del Lavoro Michel Martone e l`europarlamentare Erminia Mazzoni. E` inoltre intervenuto l`editorialista Sergio Rizzo.

Attraverso il Convegno, i Giovani imprenditori hanno voluto proporre un importante momento di riflessione sul futuro del Paese e sulle vie d`uscita da una recessione che si fa ogni giorno più grave e contro la quale non sembrano avere alcun effetto le cure finora somministrate. Al centro dell`intervento del presidente dei Giovani l`analisi dei veri nodi che soffocano, e non da oggi, lo sviluppo del Paese. I veri “spread”, come li ha definiti Letizia, che non sono quelli finanziari o del debito pubblico, e che provocano in realtà la febbre alta dell`Italia. Un elenco serrato e impietoso che, partendo dalla crescita abnorme del peso fiscale - che nel 2012 toccherà il livello record del 45 per cento del Pil - ha toccato tutti i ritardi e le arretratezze di cui da sempre soffre il sistema Italia: dall`inadeguatezza dei servizi pubblici all`inefficienza del sistema giudiziario, dal clientelismo e dalle diseconomie nella gestione delle imprese pubbliche al ritardo nella formazione, dalla sostanziale emarginazione dei giovani dalla vita produttiva del Paese al perdurante e anacronistico peso dello Stato, e di tutte le sue componenti, nell`economia.

Ma non è mancato anche uno sguardo, nell`intervento del presidente dei Giovani, ai problemi e alle debolezze del sistema italiano delle imprese. ``Sistema, ha detto Letizia, che mostra un ritardo enorme nel tentativo di impegnarsi in prodotti nuovi, in nuovi processi produttivi, così da aumentare la qualità e abbassare i costi”. Tuttavia, come ha con forza rimarcato Letizia, in questo momento la principale ragione della fragilità finanziaria delle imprese sono i ritardati pagamenti della pubblica amministrazione. “Dai 9 ai 40 - ha ricordato il numero uno dei Giovani - sono i mesi che le imprese devono attendere per vedere onorato il proprio credito. Un tempo sufficiente per fallire, per morire”. Un quadro pesante che però come ha sottolineato Letizia, l`Ance ha denunciato da tempo, sforzandosi di trovare soluzioni. Soluzioni spesso accolte da un generale consenso ma che però sono rimaste senza seguito. Dall`urgenza delle liberalizzazioni e di una vera apertura alla concorrenza, alla priorità degli investimenti innovativi mirati al rilancio delle città fino all`emergenza della tutela e della valorizzazione dei beni culturali e del turismo.

Una sostanziale paralisi delle decisioni e delle azioni dell`interlocutore pubblico di fronte alla quale, tuttavia, ha dichiarato con forza Letizia, i costruttori vogliono continuare a fare la loro parte, ``cercando di superare le differenze con i competitor internazionali e sperando, ma senza scommetterci più, che la pubblica amministrazione faccia altrettanto.`` In questo senso Letizia ha ricordato il formidabile ruolo anticiclico svolto dal settore delle costruzioni e la sua funzione ``di fondamentale servizio per la competitività del Paese e per la qualità della vita dei cittadini``.

Di qui un appello forte e accorato all`urgenza di agire, e subito, per invertire il trend del declino che sembra aver imboccato il Paese, sui tre fronti della competitività dell`industria, della carenza infrastrutturale e della restrizione del credito a imprese e famiglie. E infine tre proposte operative e immediate: avviare nel prossimo anno un programma di investimenti in opere pubbliche di 50 miliardi di euro; sbloccare i pagamenti della pubblica amministrazione, che oggi ha un debito di circa 100 miliardi con le imprese; agevolare l`accesso delle imprese al credito.