Antitrust, lavori solo con la gara
Concessioni autostradali: da rivedere tariffe e durata
Roma, 11 gennaio 2012 - Modificare il sistema di revisione delle tariffe autostradali della convenzione Anas-Autostrade per incentivare gli investimenti; limitare la durata delle nuove concessioni di importo superiore a un miliardo; prevedere espressamente il divieto di affidamento in house di lavori e forniture. Sono questi alcuni dei punti di maggiore rilievo contenuti nella segnalazione del 5 gennaio 2012 emessa dall'Antitrust e sottoposta a governo e parlamento in vista della legge annuale per il mercato e la concorrenza anno 2012.
Rispetto al settore delle infrastrutture di trasporto in generale l'Antitrust pone in rilievo come siano esigui i margini per introdurre elementi di concorrenza nella gestione delle infrastrutture di trasporto (autostrade, porti, aeroporti e infrastrutture ferroviarie). Ciò nondimeno rimane >.
A tale riguardo, nello specifico settore delle strade e autostrade, l'Autorità auspica che la regolazione delle infrastrutture autostradali sia inserita tra le competenze dell'Autorità di regolazione dei trasporti, lasciando impregiudicate le funzioni specifiche dell'Agenzia delle infrastrutture stradali e autostradali, la cui direzione è stata affidata a Pasquale De Lise.
Una speciale attenzione viene dedicata alla convenzione fra Anas e Autostrade per l'Italia di cui, ad avviso del garante del mercato, andrebbe rivisto il sistema di revisione delle tariffe messo a punto nel 2008. Per l'Antitrust l'attuale sistema (con un meccanismo di revisione delle tariffe sostanzialmente automatico e ancorato all'inflazione) non incentiverebbe la concessionaria ad effettuare investimenti, a ridurre i costi e a migliorare la qualità del servizi. La proposta sarebbe quella di >.
Per le nuove concessioni di importo superiore a un miliardo l'Antitrust si esprime in senso contrario alla previsione di una durata fino a 50 anni, anche perché verrebbero a ridursi ingiustificatamente i limitati spazi per il confronto concorrenziale (di fatto circoscritti al momento del rinnovo e all'affidamento con gara). Infine, nel caso di investimenti non completamente ammortizzati, le procedure di affidamento, per l'Antitrust, potrebbero prevedere, laddove il subentrante sia diverso dal precedente concessionario, adeguate forme di compensazione.
Per gli appalti pubblici l'Autorità garante della concorrenza parte da una affermazione di carattere generale particolarmente critica: >. Si chiede quindi che si modifichi il Codice dei contratti pubblici introducendo un espresso divieto di affidamento in house di lavori o forniture. Per i servizi, invece, dovrebbero essere delineati limiti all'affidamento in house prevedendo oltre a quelli delineati dalla giurisprudenza comunitaria, anche una apposita analisi di mercato che dimostri i benefici dall'affidamento in house rispetto alla scelta del contraente con gara. L'opzione che l'Antitrust raccomanda è la cessione ai privati, con gara, delle società in house.