Appalti, operazione riordino
Il disegno di legge punta su semplificazione, anticipazione delle regole Ue e partenariato fra pubblico e privato
Roma, 24 ottobre 2012 - Non c'è soltanto la delega al riordino del codice appalti nel disegno di legge del ministero delle Infrastrutture che ieri è passato in pre-Consiglio dei ministri e oggi avrà un'ulteriore messa a punto a Palazzo Chigi.
Nel testo diretto verso il Consiglio dei ministri di domani o venerdì ci sono anche altre innovazioni di cui si è parlato in questi ultimi mesi e che non avevano trovato ancora posto in alcun provvedimento. E il caso dell'introduzione in Italia del debat public, «la consultazione pubblica - si legge nella relazione illustrativa del Ddl - con gli attori locali che ha la finalità di elevare il grado di tempestività e accuratezza dell'informazione pubblica sugli interventi infrastrutturali e di promuovere un più alto livello di consenso sociale e di partecipazione delle popolazioni interessate alle scelte progettuali e insediative effettuate dall'organo politico».
Una commissione composta di tre esperti avvierà e gestirà i procedimenti e sarà «organismo di natura tecnica dotato di alto grado di indipendenza, in quanto non deve essere percepito come portatore di interesse di parte». Il procedimento dovrà sempre prendere in considerazione anche la «opzione zero» e dovrà concludersi in 120 giorni con un documento non vincolante della commissione che darà conto con oggettività di tutte le posizioni e potrà contenere proposte di integrazione, modifica o accompagnamento dell'opera.
Nel Ddl appalti ci sarà anche la gara di appalto «modello World bank» proposta a suo tempo dal presidente dell'Ance, Paolo Buzzetti, come modello di efficienza e di oggettività nella selezione dell'appaltatore. Tra le innovazioni di cui si dibatte da mesi e anni c'è anche la consultazione preliminare delle imprese invitate a partecipare a una gara per l'affidamento in concessione di un'opera. Oppure una norma per le Ati (associazioni temporanee di imprese) che impone la corrispondenza delle quote di partecipazione e quelle di effettiva esecuzione dei lavori.
Per quel che riguarda il riordino del codice appalti, tre sono i principi contenuti nella delega al Governo: semplificazione, anticipazione degli orientamenti comunitari e creazione di «condizioni favorevoli per il partenariato pubblico-privato e la finanza di progetto, anche attraverso disposizioni volte a dare certezza al quadro regolatorio vigente alla stipula del contratto».
Il disegno di legge prevede anche tre altre deleghe per il riordino dei codici dell'edilizia, della strada e della navigazione.
In pre-Consiglio dei ministri ieri è arrivato anche il decreto correttivo del codice antimafia (15o/zou) che prevede due novità: la stretta sugli obblighi di tracciabilità dei flussi finanziari e le informative atipiche. Per il resto, i suoi dieci articoli hanno il merito di mandare finalmente in vigore tutta la sezione del codice dedicata alle comunicazioni antimafia e alla banca dati ad esse dedicata.
Solo il vertice di oggi a Palazzo Chigi permetterà di capire se effettivamente questo pacchetto di provvedimenti andrà all'esame del prossimo Consiglio dei ministri.
