Appalti Pubblici, Ciaccia: Direttive Ue puntano a semplificare e modernizzare. L'audizione del viceministro in Commissione Ambiente alla Camera
In atto a Bruxelles il processo di rivisitazione del diritto comunitario in materia di appalti
Roma, 7 novembre 2012 - Migliorare il sistema degli appalti in termini di efficienza e semplificazione, in conformità con il Libro verde sulla modernizzazione degli appalti pubblici messo a punto dalla Commissione europea. Questo l'obiettivo del processo in atto a Bruxelles di rivisitazione del diritto comunitario in materia di appalti. Lo ha detto il viceministro alle Infrastrutture Mario Ciaccia, durante un'audizione in commissione Ambiente alla Camera.
LE DIRETTIVE
Le proposte di direttive comunitarie da cui partire sono tre: in materia di appalti nei settori ordinari, delle utilities e delle concessioni. Daranno luogo a due nuove direttive sostitutive della 2004/18/Ce e della 2004/17/Ce, e di una nuova direttiva ad hoc specifica per i contratti pubblici di concessione di lavori e servizi. Il termine di recepimento è stabilito in 24 mesi dall'entrata in vigore delle direttive.
"FLESSIBILITÀ E SEMPLIFICAZIONE"
In generale - ha detto Ciaccia in commissione - le nuove direttive sono improntate alla semplificazione e all'accelerazione delle procedure e sono connotate da una maggiore flessibilità rispetto all'attuale normativa in materia di appalti pubblici. Si prevede la promozione dell'innovazione e dell'inclusione sociale e un miglior uso degli appalti pubblici a sostegno di obiettivi sociali comuni quali la tutela dell'ambiente e una maggiore efficienza energetica". Particolare attenzione per "la disciplina delle centrali di committenza, la suddivisione in lotti degli appalti per favorire le Pmi e, al contempo, assicurare la migliore esecuzione della prestazione, nonchè le condizioni di esecuzione dell'appalto". La scelta è stata quella di "rimettere ai singoli Stati membri l'attuazione di particolari disposizioni, invece di demandare la scelta alle singole stazione appaltanti".
SULLE CONCESSIONI
La direttiva in questo ambito è dotata - spiega il viceministro - "di una disciplina maggiormente flessibile che, per quanto riguarda la durata della concessione, non prevede un termine massimo, atteso che la durata dev'essere commisurata al tempo necessario per consentire il rientro dell'investimento".
