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Briciole di pane

Appalti pubblici: un volano per lo sviluppo economico

L’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori e servizi e forniture è rimasta sinora silente, pur nell'infuriare di complesse indagini giudiziarie sugli appalti relativi ai grandi eventi e alle emergenze, specie in un contesto che presenta profili di scontro politico. Il suo carattere di terzietà la legittima ad esprimere alcune considerazioni di sistema.

L'Autorità è stata prevista legislativamente affinché il settore dei pubblici appalti non fosse esposto soltanto al rischio di pesanti interventi del giudice penale che, alla fine, non possono essere strumento di soluzione strutturale dei problemi, per evidenziare ed intervenire sulle disfunzioni che possono ripararsi all'interno della struttura amministrativa.

Il sistema soffre di tre grossi mali:

a) una normativa esorbitante e farraginosa;

b) una pubblica amministrazione dequalificata ed enormemente frantumata (si pensi che le stazioni appaltanti sono oltre 15.000);

c) una non adeguata qualificazione delle imprese per competere adeguatamente nel mercato, nei confronti delle quali il nuovo sistema di qualificazione non ha raggiunto gli obiettivi che ci si prefiggeva con l'abolizione dell'Albo nazionale dei costruttori, tanto che sì preme per modalità di qualificazione ulteriori.

L'Autorità, nell'ambito dei suoi limitati poteri, ha denunziato, in più di una occasione, la iper-regolamentazione del settore, la necessità di una concentrazione delle stazioni appaltanti; ha contribuito ad accrescere la professionalità degli addetti, in ausilio dei quali è intervenuta con proprie linee guida ed ha, infine, operato per meglio garantire il funzionamento del sistema di qualificazione. D'altro canto la normativa comunitaria non guarda al settore degli appalti pubblici solo come un ordinamento amministrativo di settore che gestisce risorse pubbliche da controllare per evitare sprechi ed abusi, ma come ambito di mercato nel quale gli interventi costituiscono volano di sviluppo economico: donde la necessità di garantire la concorrenza e il sano sviluppo delle imprese.

Occorrono regole semplici e basilari per garantire la trasparenza e la concorrenza, una rigorosa disciplina amministrativa dei funzionari e degli amministratori pubblici, come è stato preannunciato nell'ultimo Consiglio dei ministri; una più forte qualificazione delle imprese protagoniste del settore, fondata su criteri reputazionali meno formalistici e legali ad esperienze risultanti anche dal modo di esecuzione dei contratti e non solo da come vincono le gare.

E questo nuovo contesto deve essere verificabile nella Banca dati nazionale che il governo ha deliberato in modo che stazioni appaltanti ed imprese trovino in essa possibilità di informazione e di garanzia reciproca. Per la realizzazione di questi obiettivi l'Autorità è disponibile e si muove già con impegno per gli aggiornamenti necessari, con l'intenzione di promuovere tavoli di confronto in un'ottica di totale spirito di servizio.

Luigi Giampaolino, Presidente dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici