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Briciole di pane

Astaldi, la crescita è tricolore

Dopo aver superato Impregilo si conferma con tutti gli indici in positivo grazie alle attività in Italia

Roma, 20 febbraio 2012 – Nell'anno in cui si consuma il sorpasso (in termini di fatturato) di Astaldi su Impregilo (il 2011), la prima impresa si dimostra capace non solo di crescere ma anche di farlo in modo sano e sostenibile. Infatti, dall'analisi del bilancio preconsuntivo consolidato, risultano in miglioramento tutti i dati e gli indici riportati nella tabella comparativa (in allegato).
Si incrementa: del 14,5% la cifra d'affari (riducendosi dal 56 al 54% la quota estera), dell'8,8% l'Ebitda, del 10,5% l'Ebit, del 15,2% l'utile netto, del 9% il patrimonio netto, del 10,9% il portafoglio ordini (con aumento dal 46 al 58% della quota estera). L'unico andamento in controtendenza è quello dell'indebitamento: la somma dei debiti finanziari netti e verso società di leasing cresce del 32,7 per cento. Ma il rapporto debt/equity si ferma alla soglia dell'1% giudicata del tutto rassicurante: soprattutto considerando che il rapporto corporate debt/equity, che esclude la quota di indebitamento relativa alle concessioni, vale solo 0,6 per cento.
E, in valori assoluti, una cifra d'affari 2011 di 2.354 milioni fa avanzare Astaldi di qualche posizione dalla 31a europea del 2010 e un portafoglio ordini superiore a 10 miliardi assicura tre anni di lavori in Italia e quattro-cinque all'estero.
Nel suo comunicato stampa la società, quotata alla Borsa di Milano, enfatizza il rafforzamento della struttura patrimoniale e finanziaria soprattutto dopo la chiusura, lo scorso dicembre, di un'operazione di rifinanziamento di scadenze a medio termine che interessa oltre metà dell'esposizione debitoria netta consolidata (325 milioni). Venendo all'attività operativa, è significativo che Astaldi riesca ad aumentare il fatturato in Italia in presenza di un mercato sempre più deteriorato. Mentre l'estero è penalizzato da una riduzione del fatturato in Venezuela, nei grandi lavori ferroviari realizzati con Impregilo e Ghella.
Quanto alla tipologia delle opere, punto di forza dell'impresa romana, si confermano le infrastrutture di trasporto (83,4%) soprattutto nella componente ferrovie e metropolitane (48%), seguono i lavori idraulici e idroelettrici (7,4%), tutti in America del Sud, e infine l'edilizia civile e industriale (9,3%), in cui spiccano le realizzazioni ospedaliere, anche in concessione per 16 milioni, per rafforzare le quali da sei mesi affitta dal gruppo Busi (in concordato preventivo) il ramo d'azienda Italia di impiantistica elettrica e manutenzione. Di particolare interesse — strategico — per la società romana sono gli investimenti in concessione, in ottemperanza alla decisione di sviluppare quest'area di business costituendo (nel luglio 2010) una "newco" dedicata con l'obiettivo di raggiungere, a fine 2015, un portafoglio ordini di ben 7 miliardi. Nel 2011 gli investimenti in concessioni ammontano a 208 milioni, sostanzialmente: in Italia, nella linea 5 della metropolitana di Milano e in azioni dell'autostrada Brescia-Padova (con una quota del capitale salita al 9,12%), in Turchia in attività propedeutiche alla realizzazione dell'autostrada Gebze-Izmir. Infine, prospetticamente, 3,3 miliardi di incrementi netti al portafoglio ordini dimostrano la capacità di Astaldi di rinnovare quelli in esecuzione. Di oltre 10 miliardi di "backlog", il 73% interessa le costruzioni e il 27% le concessioni (calcolando il valore attualizzato del flusso di ricavi attesi dalle iniziative). Queste ultime sono in forte sviluppo anche all'estero, in particolare per l'ingresso nel settore aeroportuale turco (Milas-Bodrum) e minerario cileno (Relaves).

Aldo Norsa (fonte: Il Sole 24 Ore Edilizia e Territorio)