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Briciole di pane

Atlantia: da fusione con Gemina Ebitda 2013 a oltre 2,9 mld

Presentati a Londra i termini del progetto di fusione tra le due società e gli obiettivi attesi dall'operazione

Roma, 16 aprile 2013 – Dalla fusione di Atlantia con Gemina nascerà un primario operatore infrastrutturale con una visione internazionale nel settore autostradale e aeroportuale con l'obiettivo di raggiungere nel 2013 un Ebitda di Gruppo superiore a 2,9 miliardi di euro. E' quanto si legge in una nota congiunta di Atlantia e Gemina in occasione della presentazione oggi a Londra ai rappresentanti della comunità finanziaria dei termini del progetto di fusione tra le due società e gli obiettivi attesi dall'operazione da parte dell'ad di Atlantia, Giovanni Castellucci, e dell'ad di Gemina, Carlo Bertazzo.

Nel 2012 il Gruppo ha consuntivato un Ebitda pari a circa 2,4 miliardi di euro di cui già il 16% generato all'estero. Nel corso di 3 anni tali mercati raggiungeranno quasi il 30% dell'Ebitda. Gemina apporterà al nuovo gruppo ulteriori 350 milioni di Ebitda già nel 2013, anche per effetto degli aumenti tariffari applicati a partire dal 9 marzo 2013. Contribuiranno all'aumento dell'Ebitda del 2013 anche il consolidamento per l'intero esercizio delle società concessionarie brasiliane e cilene acquisite nel corso del 2012, nonché l'avvio in autunno del sistema di pedaggiamento satellitare per mezzi pesanti messo a punto in Francia nell'ambito del progetto Eco-Taxe affidato nel 2011 al consorzio guidato da Atlantia.

Atlantia, oltre ad essere il principale investitore privato di infrastrutture in Italia, ha nel contempo incrementato costantemente la propria presenza internazionale con una strategia di crescita selettiva in paesi a forte crescita, in particolare in Brasile e Cile. Mentre in Italia si riscontra una dinamica del traffico autostradale ancora negativa, sulle reti all'estero del Gruppo nel primo trimestre dell'esercizio in corso i volumi crescono complessivamente al ritmo di oltre il 4%. Nel 2012 il Gruppo ha consuntivato un Ebitda pari a circa 2,4 miliardi di euro di cui già il 16% generato all'estero. Nel corso di 3 anni tali mercati raggiungeranno quasi il 30% dell'Ebitda.