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Briciole di pane

Atlantia studia l'opzione Gemina

La società autostradale è il possibile perno attorno al quale muovere il riassetto che porterebbe anche alla scomparsa di Sintonia

Milano, 27 dicembre 2012 – Sintonia trova l'accordo con F2i ed esce da Sagat, l'aeroporto di Torino, dicendo contemporaneamente addio anche ad Aeroporti Holding, ossia Aeroporti di Firenze. Lo fa incassando poco più di 30 milioni di euro, quanto, proporzionalmente, il Comune della città della Mole. Evidentemente dell'intesa appena raggiunta il valore simbolico non è certo quello economico, per certi aspetti marginale, quanto la conseguente semplificazione del portafoglio di Sintonia. La holding, infatti, si ritroverà con due soli asset in cassa: Atlantia e Gemina. Due finanziarie che a loro volta controllano due società operative, ossia Autostrade per l'Italia e Aeroporti di Roma. Con quest'ultima, peraltro, che ha appena ricevuto l'ok del Governo al nuovo contratto di programma. Sulla carta, dunque, ci sono tre holding e due asset industriali e le condizioni ideali per procedere a un riassetto complessivo della galassia. Che punterebbe, secondo l'idea al momento più accreditata, a un taglio netto della catena di controllo con la creazione di un'unica finanziaria che tenga le redini di strade e aeroporti e con Sintonia a far parte della generale riorganizzazione. Un riassetto, però, sul quale non si è ancora iniziato a ragionare dal punto di vista operativo e che, se vedrà la luce, accadrà solo perché ispirato da una profonda logica industriale. Non a caso, l'ipotesi allo stato più plausibile, vedrebbe Atlantia nel ruolo di perno dell'intera operazione. Dovrebbe essere infatti la holding delle autostrade che prima di tutti dovrebbe verificare l'interesse a muovere su Gemina per una successiva integrazione. D'altra parte, la Borsa stessa suggerisce, guardando i numeri, chi potenzialmente è il protagonista del maxi riassetto. Atlantia capitalizza 9 miliardi di euro mentre la holding dell'aeroporto di Roma vale 1,1 miliardi.
La compagnia autostradale fino ad oggi ha sempre avuto uno sguardo attento a una possibile espansione all'estero, puntare su Adr significherebbe però virare verso una maggiore concentrazione sull'Italia. La strategia andrebbe dunque spiegata al mercato mostrando le forti valenze industriali della scelta. Che in parte, in realtà, si possono evincere dando un'occhiata al portafoglio dei competitor. Già altri operatori del settore si sono aperti infatti al business aeroportuale, Atlantia dunque si allineerebbe a una prassi già consolidata nel resto d'Europa. Allo stesso modo, all'interno dei propri asset Atlantia ha alcune società che potrebbe mettere direttamente a disposizione di Adr per l'ambizioso piano di investimenti che la società ha in programma (nel periodo 2013-2016 l'impegno finanziario è salito a 1,2 miliardi dai 900 milioni precedenti). Prima tra tutte è Pavimentai La società è specializzata nella costruzione e manutenzione delle pavimentazioni stradali e autostradali ma anche aeroportuali e in quest'ultimo comparto è leader in Italia. Oltre a questo, Atlantia è in grado di mettere a fattor comune gli anni di esperienza maturati nella gestione e programmazione degli investimenti. Basta guardare il bilancio 2011 per capirlo. Lo scorso esercizio il gruppo ha messo sul piatto complessivamente 1,6 miliardi di euro di gross capital expenditure, il 6% in più rispetto all'anno precedente, dei quali 1,1 miliardi sono serviti proprio come investimenti per modernizzare la rete autostradale italiana. Quanto, più o meno, Adr dovrà spendere in tre anni per rilanciare Fiumicino.
Non mancano, dunque, possibili ambiti di cooperazione. Sono però ancora tutte da analizzare nel dettaglio le sfumature strategiche. E questo, probabilmente, sarà l'obiettivo dei prossimi mesi di Atlantia che sembra comunque guardare con interesse al riassetto. A valle del quale, se ci sarà, verrebbe poi chiamata in causa Sintonia per eliminare l'ultimo piano della catena di controllo e permettere ai soci della cassaforte, che di fatto è allo stato attuale un veicolo puro, di entrare direttamente nella stanza dei bottoni. Con in più il beneficio di avere in portafoglio direttamente azioni di una holding quotata. Sul come ciò avverrà, è un aspetto tecnico ancora da considerare. È possibile che Sintonia venga fusa nella nuova holding oppure è plausibile che si proceda allo split con la consegna fisica agli azionisti della cassaforte, la Edizione della famiglia Benetton, Goldman Sachs, Gic e Mediobanca, di titoli della nuova finanziaria.

Laura Galvagni (Il Sole 24 Ore)