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Briciole di pane

Automotive, il carico fiscale in Italia supera i 72 miliardi

Secondo le elaborazioni dell'Anfia raggiunge il 17% delle entrate tributarie

Roma, 17 luglio 2013 - La filiera dell’automotive in Italia è uno dei principali contribuenti del fisco. A dirlo è stata l’Anfia (l’Associazione nazionale dei costruttori d’auto), che ha effettuato un confronto fra la situazione italiana e quella del resto d’Europa.


Nel 2012 “il prelievo fiscale sulla filiera automotive si attesta a 72,73 miliardi di euro, con una crescita del 3,8% rispetto al 2011, anno in cui già si erano superati i 70 miliardi di Euro (+4,8% sul 2010)”. In questo modo, la percentuale sul totale delle entrate nazionali rappresentata dal prelievo sul settore è salita, passando dal 16,3% nel 2010, al 16,8% nel 2011, fino a raggiungere il 17% nel 2012.


“La fiscalità automotive ha quindi, purtroppo, contribuito per un punto percentuale in più al gettito tributario complessivo in soli quattro anni (era del 16% nel 2009) – ha commentato Roberto Vavassori, Presidente di Anfia – e la sua incidenza sul PIL continua ad essere la più elevata tra i principali Paesi europei: 4,4% contro una media del 3,3%”.


Da questi dati, Anfia sottolinea che “il contenimento dei costi di possesso e di utilizzo dei veicoli sono il primo importante passo da compiere per rilanciare la domanda di mobilità nel nostro Paese”.


“Sui costi di gestione e utilizzo dell’autoveicolo – ha quindi aggiunti Vavassori -, si può intervenire, ad esempio, calmierando le tariffe assicurative, arrivate ormai a livelli insostenibili, programmando una riduzione intelligente delle accise sui carburanti e incoraggiando i sistemi ITS, in grado di ridurre la congestione stradale (che costa oltre 5 miliardi di Euro al Sistema Paese), con conseguente contenimento delle emissioni e dei consumi energetici, e anche di abbassare i costi assicurativi”.


Oltre a tutto ciò, il vertice di Anfia ricorda che “il Codice della Stradastabilisce che almeno il 50% dei proventi delle multe incassate dagli enti locali venga utilizzato per migliorare la sicurezza, investendo il 25% nella manutenzione stradale, il 12,5% nella segnaletica e il 12,5% nei controlli sulle strade”.


L’Associazione dei costruttori di auto va però nel dettaglio delle voci di prelievo. Nella ripartizione del prelievo calcolata sui diversi momenti impositivi del “ciclo di vita contributivo” degli autoveicoli – vene infatti spiegato -, il primo posto spetta alla quota di tassazione derivante dall’utilizzo dell’autoveicolo nel corso dell’anno, pari all’81,8% del gettito complessivo proveniente dal comparto per un valore di 59,5 miliardi di Euro, in crescita del 6% rispetto al 2011. Una dinamica che deriva in buona parte dall’incremento dei prezzi dei carburanti - a doppia cifra per benzina e gasolio, a fronte di significativi cali dei consumi (-16% per la benzina e -9,3% per il gasolio) – su cui hanno influito soprattutto gli aumenti a più riprese delle accise e l’innalzamento di un punto percentuale dell’aliquota IVA. Questo nonostante, nel complesso, la percorrenza chilometrica media delle auto nel 2012 sia calata di oltre 1.000 Km, confermando un trend in atto già dalla seconda metà del 2009.


Al secondo posto troviamo la quota di contribuzione al momento dell’acquisto dell’autoveicolo, data dal versamento dell’IVA e dell’IPT (Imposta Provinciale di Trascrizione), pari al 9,4% per un totale di 6,87 miliardi di Euro. Infine, il possesso dell’autoveicolo rappresenta una quota dell’8,7%: 6,35 miliardi di Euro derivanti dalla tassa di possesso – il “bollo auto” - che risulta in crescita del 7,2% rispetto al 2011 per effetto non già dell’aumento del numero di autovetture circolanti, ma a causa della sovrattassa sul bollo (il cosiddetto “superbollo”) introdotta nel 2011 e riparametrata al rialzo nel 2012.


“Dal confronto con gli altri 4 principali mercati europei (Francia, Germania, Regno Unito e Spagna) – sottolinea poi l’Anfia -, in base ai più recenti dati disponibili, riferiti al 2011, l’incidenza del gettito fiscale della filiera automotive italiana sul PIL rimane la più elevata: 4,4% contro una media del 3,3%”.
 

Andrea Zaghi

  Comunicato stampa ANFIA - Fiscalità automotive