Autostrade, maxipolo a Nord-Est
Fondi, banche e gruppi industriali stanno valutando la possibilità di creare un'unica grande concessionaria
Milano, 20 settembre 2012 – Prima ancora che la società stradale Serravalle venga venduta attraverso un bando pubblico in fase di costruzione (e prima ancora che opere come la Pedemontana e la tangenziale di Milano vengano realizzate), c'è già chi guarda a un progetto che raccolga tutte le grandi società autostradali del Nord-Est.
Il dossier sarebbe allo studio dei principali fondi italiani (in particolare di Fai e Equinox), oltre che di gruppi industriali italiani e stranieri (come Gavio e Vinci), e avrebbe già avuto il gradimento anche di banche come IntesaSanpaolo, che partecipano all'azionariato di alcune infrastrutture del territorio. L'obiettivo è realizzare le opere attraverso il project financing, e anche il mondo politico - che dovrebbe coordinare finanza e soggetti industriali, gestori e costruttori - dovrebbe dare a breve, in questo territorio, le sue risposte sul progetto.
Nel merito, l'idea è di entrare nel capitale di una holding e poi fondersi per gradi con le altre che gestiscono le infrastrutture della Lombardia e del Veneto, prevalentemente sotto il controllo pubblico. Il nuovo soggetto dovrà avere un unico piano industriale stabile, con risorse e investimenti certi, nella prospettiva di uno sbarco a Piazza Affari.
Tra le società del dossier, le prime della lista sono Serravalle, oggi in fase di alienazione da parte della Provincia e del Comune di Milano (che insieme ne detengono oltre il 70%); Autostrada Serenissima, controllata da Banca Intesa e Astaldi; Autovie Venete, controllata con larga maggioranza da Friulia, la finanziaria del Friuli Venezia Giulia. Poi, in un secondo momento, il progetto si estenderebbe ad altre società ritenuti appetibili, come la Pedemontana Veneta e l'Autobrennero.
Il progetto, ancora tutto da costruire, sembra però già sulla carta un'idea vincente, anche perché garantirebbe il proseguimento delle opere superando i continui "intoppi" degli azionisti pubblici, limitati da bilanci spesso in rosso e dai paletti del patto di stabilità.
Il primo passaggio, cioè l'aggregazione delle prime tre società (che dovrebbe concretizzarsi in un periodo di cinque anni) varrebbe tre miliardi, e sarebbe in grado attivarne altri 10 di finanziamento. Denaro di cui, evidentemente, il settore pubblico oggi non dispone. Ricapitalizzare le partecipate, in questi anni, per Comuni e Province non è, infatti, cosa semplice. Ma in questo modo si rischia che i cantieri abbiano continui stop and go, senza certezze di date. La soluzione sembrerebbe dunque offerta dai fondi che intendono acquistare e rilanciare le opere, per poi offrirle a un azionariato diffuso.
Vediamo più nel dettaglio qual è la situazione delle principali infrastrutture in fase di realizzazione nel Nord Est.
Prima di tutto le opere lombarde, la Pedemontana, la tangenziale esterna milanese e la Brebemi, tutte inserite nel dossier di candidatura di Expo e quindi, teoricamente, tutte pronte per il 2015. Gli obiettivi però verranno solo parzialmente centrati. La Pedemontana, che collegherà con una strada lunga 70 km l'aeroporto di Malpensa a Bergamo (e a cui si aggiungono le tangenziali di Como e Varese), fra 3 anni vedrà pronto solo un 30%, cioè il primo lotto (più probabilmente le due tangenziali); la tangenziale milanese vedrà realizzati forse solo 7 km su 32 (il cosiddetto "arco" a cui si collegherà la Brebemi). Nel 2015 sarà quindi completata solo la Brebemi.
Le tre opere fanno parte della galassia Serravalle (controllata dalla holding della Provincia di Milano Asam), in difficoltà, come molte società pubbliche, con la ricapitalizzazione. Stando alle cifre stabilite qualche anno fa (che peraltro, secondo le banche, sarebbero ormai superate per via della crisi finanziaria, e quindi da ritoccare a rialzo), Serravalle dovrebbe versare ancora 229 milioni per Pedemontana (di cui possiede il 68%) e 96 milioni per la Tangenziale esterna (di cui Tem possiede il 57%, partecipata a sua volta col 32% da Serravalle). Denaro di cui però la società pubblica non dispone: la sua posizione conta 320 milioni di debiti e 100 milioni di liquidità.
Complessa anche la situazione in Veneto. La Serenissima deve realizzare la Valdastico, Vicenza-Rovigo e Vicenza-Trento. Il valore complessivo dell'opera è tre miliardi. Il pro- getto esecutivo del tratto Nord (Vicenza-Trento) dovrà essere pronto a giugno 2013, in modo da avere una proroga della concessione. Nella parte Sud i lavori sono finiti. Il problema sono i 5 chilometri della Valdastico Nord che attraverseranno il Trentino, e che hanno incontrato l'opposizione dei comitati locali. Ancora in alto mare, la terza corsia della Venezia-Trieste, in capo a Autovie Venete, del valore di 2,4 miliardi. Per quanto riguarda la Pedemontana Veneta, 94 km per 2,3 miliardi, potrebbe essere parzialmente aperta nei prossimi due anni.
