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Briciole di pane

Barca: liberalizzare per il Sud

Intervista - Il Ministro illustra il suo piano: «Confermati gli investimenti sulle infrastrutture. Separazione tra rete e servizio»

Roma, 18 gennaio 2012 – A chi dice che il Sud è tagliato fuori dall'Italia, risponde la cartina geografica dell'Italia meridionale che il ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, tiene in bella mostra nel suo ufficio.

Ministro, a cosa è servito il vertice con le Regioni e i capoluoghi del Sud, a cui avete chiesto di segnalare le loro best practices da mettere nel dossier «Mezzogiorno per l'Europa» che porterete a Bruxelles?

Convergono due fiumi nella riunione di oggi (ieri ndr), quello già avviato con le Regioni nel Piano di azione e coesione del 15 dicembre, con la riprogrammazione di risorse sia comunitarie sia del Fondo Sviluppo e Coesione (fondi regionali nazionali, ex Fas), concentrate su alcune grandi priorità: scuola e università, ferrovie, agenda digitale, dissesto idrogeologico. Il secondo fiume è rappresentato dagli esiti della programmazione degli interventi che le Regioni avevano fatto precedentemente e che comincia a concretizzarsi in alcuni progetti significativi.

Avvierete l'uso dei fondi regionali nazionali?

Sì, di quel fondo le Regioni del Sud non hanno ancora utilizzato nulla, e siamo al quinto anno di programmazione. Le risorse mobilitate fino ad ora sono 7 miliardi dal precedente governo, la delibera sull'università per oltre un miliardo, che stiamo rivedendo d'intesa con le Regioni, e la nuova delibera di venerdì prossimo: 700 milioni per le frane. Quel giorno il Cipe approverà il contratto di programma di Ferrovie, che contiene anche l'Alta capacità Napoli-Bari, la statale Jonica e la Salerno Reggio Calabria, perché Rfi non può realizzare gli interventi fino a quando non viene approvato il contratto di programma, anche se la disponibilità delle risorse già c'è.

Ferrovie. Un nodo dolente al Sud, dove la protesta sta montando per il taglio al servizio universale. Il ministro Passera ha proposto un'agenzia regionale per il trasporto?

Ai disservizi e al malcontento degli italiani del Sud per i tagli effettuati, il governo ha risposto immaginando un tavolo nel quale si riesaminino alcune decisioni assunte. Il processo di liberalizzazione, con la separazione di rete e servizio, toccherà ed ha già toccato Ferrovie. È infatti già previsto dalla disposizione di fine dicembre che anche il trasporto ferroviario sia assoggettato ad una verifica della concorrenza e della qualità del servizio, affidando questa funzione ad una delle autorità esistenti. Non ci sarà quindi nessuna nuova agenzia.

Il sindaco Emiliano l'ha lodata per la deroga al patto di stabilità che permette alle Regioni del Sud di cofinanziare i progetti europei…

Il riconoscimento non va a me, ma al governo e al presidente Monti, che hanno considerato prioritaria questa misura, che costa tre miliardi in più di manovra ai cittadini, affinché riparta la macchina del Sud.

Qual è il principale problema del Mezzogiorno, a suo avviso?

La permanenza di grandi difficoltà alla sua potenziale classe dirigente migliore e innovativa di emergere. E questa difficoltà si risolve rendendo espliciti gli obiettivi e misurabili gli effetti degli interventi sulla qualità della vita dei cittadini, per evitare di costruire strade e fare corsi di formazione inutili e permettere un controllo attraverso l'accesso alle informazioni, così i cittadini possono essere in grado di valutare il lavoro dei propri amministratori

Dopo il declassamento dell'Italia, di altri paesi europei e del fondo salva Stati, da varie parti si accusano le Agenzie di rating di non essere indipendenti. Lei che ne pensa?

Il capitalismo ha bisogno di finanza, perché è necessario che coloro che sanno gestire il capitale ricevano il risparmio da chi lo accumula, che raramente è nelle mani di chi fa impresa. Perché i capitali si trasferiscano dalle mani di chi risparmia a chi ne fa un uso imprenditoriale, ci vuole fiducia. Il capitalismo nella sua storia ha inventato molti modi per dare fiducia e quello dei rating non mi sembra uno dei modi più interessanti che il capitalismo ha saputo inventare, se ne troveremo uno migliore, e questa vicenda della crisi determinerà un esaurimento di questa funzione di servizio, penso che non saranno in molti a dolersi.

Alessandra Flavetta "La Gazzetta del Mezzogiorno"