Flash news Infrastrutture:
 
 

Briciole di pane

Bonus per la riqualificazione energetica degli edifici: Finco scrive a Monti

La Federazione Nazionale di settore di Confindustria preoccupata per la presunta riduzione del bonus, dal 55% attuale al 50%

Roma, 13 giugno 2012 – Scatta l’allarme legato al bonus per la riqualificazione energetica degli edifici. Finco – la Federazione Nazionale di Confindustria che rappresenta le industrie dei prodotti-impianti-servizi e opere specializzate per le costruzioni – ha infatti segnalato che si sarebbero diffuse “alcune anticipazioni forse inesatte” che prospettano un abbattimento del bonus dall’attuale 55% al 50%. Per questo motivo, l’architetto Cirino Mendola, presidente di Finco, ha inviato una lettera al Premier Mario Monti e ai ministri Corrado Clini, Vittorio Grilli e Corrado Passera, segnalando la preoccupazione degli esponenti del settore.

Il presidente Mendola ha affermato che Finco valuta “con estremo favore” l’ipotizzato innalzamento dal 36% al 50% del bonus per le ristrutturazioni ordinarie e straordinarie, con contestuale raddoppio del tetto di spesa ammissibile, anche se “per un periodo limitato e da reiterare, a causa dei vincoli di bilancio”. Partendo da questa considerazione, Mendola ha però sottolineato che la contemporanea riduzione del bonus per l’efficienza energetica rappresenterebbe “un segnale di disincentivazione verso l’abbattimento delle emissioni e verso il raggiungimento dei noti obiettivi di carattere ambientale”. Tale valutazione tiene conto anche del ritorno ad un regime di proroga (annuale, se non addirittura semestrale) in luogo della sua stabilizzazione fino al 2020, come avevano dichiarato in un primo tempo alcuni esponenti del governo.

“Chi intraprenderebbe interventi di efficientamento energetico quando il bonus per le ristrutturazioni edilizie garantisse lo stesso tenore di agevolazione, con il vantaggio di non dover sottostare praticamente ad alcun adempimento né di dover ricorrere all’aiuto o alla consulenza di un tecnico?”, chiede Mendola a Monti, considerando anche che tale intervento “avrebbe comunque il pregio di verificare il reale innalzamento della classe di efficienza energetica”. Inoltre, secondo il presidente di Finco il livellamento delle percentuali di agevolazione non garantirebbe la continuità rispetto alla priorità dell’efficienza, definito come il vero “giacimento energetico”, in accordo con quanto affermato dai rappresentanti del Governo parlando della politica energetica nazionale.

Per quanto detto in precedenza, Finco propone innanzitutto di mantenere l’attuale bonus del 55% ed eventualmente innalzarlo a un 60% “premiale”, in caso di intervento di riqualificazione complessiva dell’immobile. Inoltre, suggerisce di prevedere un’analoga misura “premiale” al 60% per la riqualificazione legata agli interventi di miglioramento strutturale antisismico, “in particolare nella proprietà immobiliare diffusa, tipica della realtà italiana”. Nella sua lettera Mendola chiede anche al governo di rendere immediatamente applicabile al settore terziario e a quello pubblico la misura in questione, estenderla ad altre fattispecie di intervento tuttora “inspiegabilmente escluse”, quali le schermature solari e il verde pensile, e infine consentire al contribuente la scelta del lasso di tempo entro il quale “ammortizzare” l’agevolazione, tra i cinque e i dieci anni.

“Non vorremmo”, conclude Mendola, che “si mettesse nuovamente in discussione una delle principali misure di politica industriale operative sotto il profilo ambientale, dell’impatto occupazionale, del ritorno tecnologico e di sviluppo dell’intera filiera, italiana, del settore”. Infatti, il presidente di Finco ricorda che nell’ambito di una recente Audizione dell’ENEA al Senato e di una Risoluzione dei membri della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, è stata ribadita l’opportunità di mantenere e rafforzare le agevolazioni, che hanno generato un milione e 400 mila interventi in quattro anni, contribuendo anche all’emersione del nero. Una misura, inoltre, che non ha comportato oneri fiscali a carico dell’Erario, attraverso l’incremento degli investimenti che ha stimolato.

Matteo Martellacci