Castellucci: "Ora Atlantia guarda all'estero"
Secondo l'ad sono Sud America, Francia, Stati Uniti, India, Turchia, Polonia i paesi su cui il gruppo di concessioni autostradali punta maggiormente
Roma, 7 novembre 2011 - Sud America, Francia, Stati Uniti, India, Turchia, Polonia. Sono i paesi su cui Atlantia punta maggiormente, per sostenere la crescita del gruppo anche in tempi in cui è quanto mai arduo pronunciare la parola crescita. L'amministratore delegato Giovanni Castellucci, nella sua analisi del futuro, adopera due parole ricorrenti: cautela e serenità. La seconda deriva dal fatto che Atlantia non soffre incertezze in tema di finanziamento, poiché ha nel cassetto poco meno di 4 miliardi derivanti dall'emissione di bond. Non per nulla vanta - tra le società del settore - il miglior rating a livello globale. E quindi la cautela che il gruppo ha saputo mantenere nei periodi di vacche grasse si trasforma in grandi opportunità di crescita in tempi di crisi come quelli attuali. A proposito di redditività, la società prevede di mantenere invariato il dividendo unitario (distribuendo anche un'azione gratis ogni 20 possedute). Dice Castellucci che «a oggi non ci sono ragioni per mutare la policy dei dividendi».
«La nostra strategia di fondo - dice Castellucci - è di crescere per aggregazioni, integrazioni, acquisizioni in modo da creare una rete autostradale che, paese per paese, abbia la massa critica necessaria per sostenere finanziamenti efficienti e potenziamenti delle infrastrutture. Vale soprattutto per il Sud America, ma non solo. E siamo molto fiduciosi sull'espansione del nostro ruolo internazionale nello sviluppo dei sistemi di pedaggio elettronico».
La gara più importante in corso è di sicuro quella bandita il mese scorso dal governo turco: in gioco è la concessione per 25 annidi circa 2mila chilometri di strade a pedaggio e due ponti sullo stretto del Bosforo. Le offerte sono attese entro il 19 gennaio, il venditore stima di incassare circa 4 miliardi di dollari. Atlantia dovrebbe essere in cordata con i partner turchi, Dogus, Maykol e Akfen Holding. Castellucci si limita a rimarcare che «in questo momento uno dei progetti di sviluppo più interessanti è di sicuro quello turco, al quale guardiamo con interesse ma anche con ovvia cautela».
Nell'attesa della gara turca, annunciata e rinviata da anni, Atlantia negli ultimi mesi è andata avanti con il suo processo di sviluppo su scala internazionale anche se con fisiologici naturali rallentamenti (in Polonia la controllata Stalexport ha dovuto mettere in stand-by il piano di investimenti, dato l'impatto della crisi) e accelerazioni (Brasile, Cile). Tra Cile (313 chilometri di autostrade in gestione) e Brasile (442 chilometri), il gruppo controllato dai Benetton ha intercettato mercati in forte crescita e società con buone performance. E magari, se dovesse maturare il riassetto del gruppo Impregilo, Atlantia potrebbe aumentare la propria presa sulle concessioni autostradali brasiliane in mano a Impregilo. Castellucci replica che «l'intendimento è crescere a prescindere da eventuali operazioni sull'assetto azionario di Impregilo. Noi andiamo avanti con i nostri piani in grandi paesi come Brasile e India ma sempre con occhio attento al ritorno sull'investimento».
Il caso dell'India è a suo modo sintomatico. Oltre un anno fa, Atlantia ha vinto la concessione di un'autostrada di 110 chilometri nel distretto di Pune. Nella joint-venture paritetica, il socio si chiama Tata. E la joint ha tutta l'aria di essere una sorta di punto di osservazione sul mercato indiano, dov'è in corso un formidabile piano di sviluppo infrastrutturale, con gare affollatissime e prezzi non sempre remunerativi. Ne è convinto pure Castellucci, che senza remore sostiene che il gruppo è «pronto a cogliere le opportunità emergenti su concessioni già assegnate e sviluppate ma che manifesteranno problemi nel rifinanziamento: in queste situazioni potremo giocare la nostra solidità finanziaria. Ci mettiamo sulla sponda del fiume e aspettiamo».
Con la stessa strategia, il gruppo guidato da Gilberto Benetton attende che si creino le condizioni per una riapertura del mercato delle concessioni negli Stati Uniti. E questa volta da un punto di osservazione privilegiato costituito dalla leadership nel mercato americano sui sistemi di pedaggio evoluti, testimoniata proprio dalla recente vittoria della gara, del valore complessivo di 57 milioni di euro, per la fornitura e la gestione del sistema di pedaggiamento free flow sulle principali arterie di accesso a Manhattan.
Su questa sponda dell'Atlantico, invece, un paio di settimane fa, Atlantia ha sottoscritto con il governo di Parigi un contratto, fatto davvero epocale vista l'agguerrita concorrenza transalpina, del valore complessivo di quasi 3 miliardi di euro per la realizzazione e la gestione del pedaggiamento satellitare obbligatorio per i mezzi pesanti superiori alle 3,5 tonnellate in transito su una parte della rete stradale nazionale. E il progetto che ha vinto in Francia, secondo Castellucci «essendo il primo sistema di tele-pedaggiamento per i mezzi pesanti che risponde agli standard europei, potrà essere facilmente replicato in Belgio e in altri paesi europei già nei prossimi 18 mesi». Castellucci chiude con il leit motive della cautela e serenità. «Non abbiamo fretta di spendere la flessibilità finanziaria che ci siamo garantiti. perché i prossimi mesi saranno quanto mai complessi e perché pensiamo che la crisi, a chi come noi è ben posizionato sui mercati emergenti, e ha solidità finanziaria, potrà riservare importanti opportunità».